Una mano che protegge la sacralità della famiglia. E’ questo il significato dell’esclusiva opera “Manus D.E.A.” dello scultore frattese Carmine D’Ambrosio, che racchiude in sé un presepe di dimensioni assai ridotte, che l’artista si propone di donare a Papa Francesco.
“Manus D.E.A.”, acronimo di Dio (Dio dei cristiani), Ĕlōhīm (Dio degli ebrei) e Allāh (Dio dei musulmani), rappresenta una mano divina che protegge e risveglia nell’animo di ognuno una soluzione ai mali del mondo. Insomma per l’artista napoletano raffigura “l’importanza della vita umana che va sempre difesa, a prescindere dal Dio in cui ciascun individuo può credere”.
Da annotare che D’Ambrosio, autore tra l’altro di svariate opere in bronzo, legno, ceramica e pietra, installate in diverse città della Campania, ha realizzato questo suo ultimo lavoro dopo un confronto con l’amico stilista Vincenzo Anatriello sulle vicende che il mondo sta vivendo in questo momento storico con lo sguardo puntato sulla guerra in Terra Santa.
“E’ una mano – secondo D’Ambrosio – che protegge la sacralità della famiglia e un bimbo appena nato, auspicando così la protezione per tutti i bambini e le bambine, costretti a convivere con il sanguinoso conflitto”.
Le sue sculture, apprezzate a livello nazionale, possono essere monumentali, come quelle installate nei centri cittadini e in piazze storiche, o di piccole dimensioni esposte in numerose gallerie e musei (come il MAN di Napoli).