A proposito dello sproposito di De Luca con don Maurizio Patriciello

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Come ormai è noto, la premier Giorgia Meloni, in occasione della presentazione della proposta di modifica costituzionale che prevede l’elezione diretta del capo del governo da parte dei cittadini, ha invitato a essere presente anche don Maurizio Patriciello, cosa che ha prodotto irritazione nel governatore della Campania che si è lasciato andare a commenti irriguardosi sulla sua presenza all’evento, definendo il parroco, “il Pippo Baudo” dell’area a nord di Napoli.

Gli ascoltatori e interpreti dei suoi messaggi, anche subliminali, hanno  inteso in tutto ciò, la volontà di sminuire l’operato di un prete di frontiera che con l’organizzazione della marcia dei quarantamila, fatta per denunciare i misfatti che si stavano consumando nella terra dei fuochi e la sua appassionata  denuncia del malessere sociale che segna la vita degli abitanti  del Parco Verde di Caivano ha svolto un compito che era proprio dei pubblici poteri istituzionali e quindi anche dal governatore della Campania, Regione che stenta a decollare che è governata come se nulla fosse,  con pratica del bassolinismo che ha danneggiato molto la nostra Caivano.

Infatti, le famose ecoballe, presenti nello STIR di Pascarola, continuano a inquinare le falde acquifere del paese, come l’insediamento dell’impianto per il compostaggio testimonia la volontà di potenza del governatore che non ha preso in considerazione le tante doglianze dei caivanesi. Insomma il bassolinismo vive di luce propria e tutto va bene madama la marchesa per un partito che, una volta della questione morale ereditata dal compianto Berlinguer, che a Caivano  aveva fatto il proprio mantra sotto la guida del mio amico e collega che non nomino accontentando la moglie.   

Purtroppo non tutte le ciambelle escono con il buco e l’offesa di De Luca si è rivolta contro di lui, grazie alle rimostranze dei cittadini e all’attenta e misurata condotta del prete, che ogni giorno è portatore degli insegnamenti del Vangelo, della parola di Cristo e della morale dei francescani. Per cui, anche la successiva correzione di tiro non è servita a nulla e quindi le offese restano unitamente al dileggio della sua frangetta che deturperebbe un prete tanto apprezzato dai caivanesi  e dallo stesso Santo Padre come nessuno mai.

Perciò, noi caivanesi, memori del disagio prodotto anche in altre occasioni da De Luca  per la   mancata delocalizzazione delle ecoballe dallo STIR  di Caivano, che non onorava la parola data dal governatore campano,  ci siamo stretti intorno al nostro padre coraggio, volendo fare tesoro del suo esempio e onorane il lascito morale.

Purtroppo, omnia munda mundis e bisogna farsene una ragione di quanto è accaduto, cercando di capire cosa oggi sta succedendo a Caivano. Insomma, per me e per tutti coloro che sono pensosi dell’avvenire di un paese dimenticato, don Maurizio doveva essere presente e accogliere positivamente l’invito della Meloni, come la Premier aveva fatto con lui, accettandone l’invito a venire nel nostro paese.

Perciò, a ben riflettere, il sacerdote non era un presentatore di argomenti futili di puro svago o evasione come De Luca vorrebbe far credere, ma di una denuncia grave del male di vivere dei caivanesi. Cosa doverosa e meritoria per un uomo di fede pensoso, dei problemi di un paese dimenticato e alla deriva. In seconda battuta, va riconosciuto alla premier che non è venuta a Caivano per fare un’inutile e volgare passerella. I fatti sono sotto gli occhi di tutti. Le cose promesse si stanno facendo e il paese può cominciare a sperare in un futuro migliore.

Certo non tutto va bene, il dissesto delle strade continua a esserci e rappresentare un pericolo per i passanti e i conducenti, non sempre rispettosi del codice della strada e le loro vetture, ma voglio sperare  che il problema sia risolto presto.  Infatti, la mia speranza si fonda sul fatto che finalmente  se ne sta interessando il commissario del governo Fabio Ciciliano che tanto bene sta facendo per il nostro paese e quindi il rifacimento si farà abbastanza presto come già annunciato.

Insomma, a livello locale qualcosa si muove e potrebbe riuscire anche a farci dimenticare il malessere sociale determinato dall’inquietante condotta di alcuni membri della vecchia maggioranza sfiduciata a giusta ragione, anche da ben quattro suoi  esponenti.

Infine per quanto attiene la tacita accusa a don Maurizio di voler prendere parte alla politica locale schierandosi con il centro-destra, mi piace ricordare che lo stesso parroco del parco verde ha chiarito in modo inequivocabile che la sua missione è solo ed esclusivamente di natura religiosa e quindi è dedicata alla salvezza di tutti, con un occhio di riguardo solo per gli emarginati come testimoniato dalle sue opere e appreso dalla parola di Cristo , dalla gerarchia ecclesiastica e infine facendo tesoro dei consigli del Santo Padre che gli è molto vicino. Quindi non a caso il vescovo di Aversa ha sostenuto pubblicamente le ragioni del parroco quando ha fatto chiarezza sul fatto che il sentirsi fratello di tutti gli esseri viventi in Cristo di don Maurizio, esclude qualsiasi scelta di parte come si vorrebbe far credere. 

Io sono convinto che sia così e che la politica di parte non è propria della Chiesa, né nei desideri del sacerdote. Chi come me è un parrocchiano di don Maurizio, che spesso segue in chiesa i suoi sermoni, sa che il nostro sacerdote non è, e non lo sarà mai, uomo di parte, ma sarà sempre al servizio della verità rivelata che ci deve fare da guida nella nostra vita terrena. E per me è questo che conta e vedo negli occhi dei suoi bambini nella messa domenicale a loro dedicata.

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