Caivano… l’inchiesta e la ricerca del senno perduto

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La circolazione delle tante notizie che hanno accompagnato gli arresti  di nove persone a Caivano continuano a offrire uno spaccato della politica locale che, come le tre scimmiette di Confucio, fino agli arresti non vedeva, non sapeva e non parlava.

Purtroppo però c’era chi, pur non vedendo, doveva sapere e controllare  e non  tollerare  chi operava per lucrare. Naturalmente sempre  che  l’inchiesta riporti il vero e non venga sconfessata nel corso dei giudizi.

Purtroppo però a ben riflettere, il silenzio su quanto accadeva al Comune di Caivano era assordante e solo chi poteva starsene lontano riusciva a fare sonni tranquilli. Insomma a Caivano si avvertiva aria di assuefazione al malaffare e solo i risultati dell’inchiesta dell’antimafia hanno permesso di scoperchiare  il vaso di Pandora che ha avvelenato la vita pubblica di Caivano.

Insomma all’ombra del potere legale lucrava un sodalizio malavitoso fatto di politici in odore di santità, un impiegato modello a dire del sindaco che operava esclusivamente al servizio della comunità caivanese e di alcuni bravissimi uomini d’onore che si adoperavano per la sicurezza dei cantieri in cambio di oboli spontaneamente e generosamente versati da benefattori del tutto incolpevoli.

Insomma tutto andava bene madama la marchesa fino a quando si è saputo che il tutto avveniva a scapito della legalità e del senso morale della stragrande maggioranza dei caivanesi. Naturalmente gli arrestati sono stati messi alla gogna già prima di qualsiasi giudizio della magistratura giudicante e tutti gli ex alleati dei predetti, si sono affrettati a rivendicare ruoli alquanto discutibili e tardivi.

Tra tutti, in primis il PD locale che invece di avviare un profondo riesame della propria politica in un paese danneggiato dal bassolinismo, ha voluto affermare, come se ce ne fosse bisogno, l’importanza della legalità come bene necessario e indispensabile. Il tutto in una  assemblea nel chiuso della sua sede locale. Tale iniziativa sa tanto di presa di distanza da quanto avvenuto a Caivano  e un’ammissione di colpa per l’ inerzia mostrata di fronte a un fenomeno malavitoso che stava distruggendo la credibilità  e l’efficienza del Comune.  Strano che avvenga solo adesso e non quando un suo rappresentante fu malmenato sotto casa  da due uomini d’onore!

Insomma il PD, mai si è preoccupato di prendere in considerazione le tante lamentele dell’opposizione per il devastante uso delle delibere di somma urgenza che dispensavano affidamenti sospetti a ditte compiacenti e mai ha voluto porre fine alla pratica, perniciosa per le casse comunali,  di non indire gare per lavori che garantissero l’efficacia dei servizi.  

Adesso non sarebbe meglio che tacesse? E non sarebbe opportuno che tutta la politica si ritirasse in un doveroso silenzio in cerca di una rinnovata ragion d’essere?

Io lo penso! Teilhard de Chardin nel delineare il processo evolutivo dell’universo ebbe a individuare tre fasi. La prima  quella della geosfera,  la seconda quella della biosfera e infine  quella della noosfera cioè dello spirito . Per meglio chiarire   il filosofo naturalista ritiene che  nell’universo c’era stata  una prima fase di vita inanimata del mondo, una seconda di vita biologica propiziata dall’ uso delle risorse della natura da parte degli esseri viventi ed infine una terza chiamata noosfera che è  propria degli esseri umani dotati di spirito oltre che del corpo e che quindi  con l’uso della mente e cioè di una risorsa immateriale, si possono interrogare sui fini del mondo e dello  scopo del vivere insieme per il raggiungimento del punto omega che sarebbe principio e fine del divenire del mondo grazie alla  continua rinascita della vita collettiva e del sua ragion d’essere. Rebus sic stantibus, non sarebbe opportuno che la politica locale, in silenzio, cominciasse a interrogarsi sui suoi compiti e fini? 

E non sarebbe necessario che cominciasse a definire la propria specificità di partito di sinistra e permettere a Caivano di risorgere dalla melma in cui si trova?

Oggi non è il tempo delle chiacchiere e del palleggiamento delle responsabilità, ma dell’uso della ragione e della presa di coscienza della necessità di farsi da parte di quanti , essendo in odore di santità per gli indubbi meriti acquisiti nel tempo con la loro incapacità, vorrebbero continuare a produrre danni al paese.

Insomma la politica, in silenzio, dovrebbe  interrogarsi in modo serio e non a fini elettorali sul senso del proprio tempo perduto  e tentare di capire cosa fare per il recupero della necessaria credibilità di una nuova classe dirigente come ci ha insegnato Marcel Proust che nelle sue opere ci ha insegnato  che l’esame introspettivo offre la possibilità di cogliere il senso della propria esistenza e il compito da assolvere. Spero tanto che la politica locale lo faccia e non solo per se stessa, ma anche nell’interesse di una comunità che ha bisogno di punti di riferimento affidabili e non portatori d’interessi innominabili. In conclusione, io non vorrei continuare a sentirmi a disagio nel dire di essere caivanese e nel prossimo futuro non vorrei continuare a stare su una nave senza nocchiere in gran tempesta.

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