I due eventi che stanno rendendo ancora più calda quest’estate: lo stupro di Palermo e il libro del generale Vannacci

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Due eventi, assurti agli onori della cronaca in questi ultimi giorni, mi hanno profondamente turbato: lo stupro al Foro Italico di Palermo, che purtroppo, ha fatto proseliti anche nel nostro territorio, come riportano recentissime notizie di cronaca.

La pubblicazione del libro “Il mondo al contrario” del generale Roberto Vannacci.

Come rimanere indifferenti di fronte alla bestialità dei sette stupratori di Palermo? Costoro, di età dai diciotto ai venti anni, per descrivere e commentare quella che per loro era solo una bravata, usavano espressioni di tal genere, fedelmente riportate dai loro telefonini: “questa è una p……” “eravamo 100 cani sopra una gatta, una cosa del genere l’avevamo vista solo nei film porno” “dopo si è sentita male; le davamo pugni e schiaffi perché non respirava” “ci chiedeva di chiamare un’ambulanza; l’abbiamo lasciata e siamo andati via” “stai attento a questo video, non è che se ne spunta che l’avete stuprata? Ve lo immaginate se spuntiamo nel telegiornale? Io mi ammazzo”.

Come se nulla fosse accaduto, dopo la brutale violenza i sette sono andati a cena in un ristornate del luogo.

Qui non c’è bisogno delle accuse della vittima, come in altri stupri celebri; queste ammissioni degli stessi autori, atroci, bestiali, prive di ogni senso d’umanità, gridano vendetta al cospetto di Dio e degli uomini.

Da donna, da educatrice mi sono posta seri interrogativi: come si può arrivare a tanto? Chi ha fallito? La famiglia? La scuola? La società? La politica?

In quale famiglia sono cresciuti questi mostri? Quale scuola hanno frequentato? Quali amicizie hanno coltivato? Si può essere accecati da tanta brutale violenza?  Così forte è la spinta del branco? Purtroppo non riesco a darmi delle risposte.

Carlo Nordio, ministro della Giustizia

Il semplice inasprimento delle pene non credo sortisca l’effetto sperato.

I rimedi proposti sotto la spinta emotiva, come la castrazione chimica, sono risposte di pancia, che, a dire dello stesso ministro della giustizia Nordio, ci riportano al Medio Evo.  A mio parere bisogna intervenire a monte, fare prevenzione ed introdurre nell’ordinamento scolastico l’educazione all’emotività: meno computer e più letteratura, meno video e più lettura.

In questi stessi giorni è oggetto di un accesso dibattito nella società civile e nella politica ed è in cima alla classifica dei libri letti “Il mondo al contrario” del generale dell’esercito Roberto Vannacci di 55 anni, capo dei paracadutisti della Folgore, alla guida dell’Istituto Geografico Militare di Firenze.

L’ autore, accanto agli attacchi contro gli omosessuali, gli stranieri che arrivano sui barconi nel nostro paese e tutte le minoranze ambientaliste, animalistE, se la prende anche con le donne, tanto da definire le femministe “moderne fattucchiere” e da affermare che “le donne non sono come gli uomini” e che “gli asili nido e i servizi d’infanzia sono nati per colpa del rifiuto dei movimenti femministi di tutto il mondo della figura della donna madre”

Le affermazioni del generale Vannacci ci riportano indietro di cento anni, nella società maschilista del ventennio fascista, quando le donne dovevano essere principalmente “custodi della casa e degli affetti, incitatrici alle nobili imprese, consolatrici nel dolore, madri dei nostri figli”

A completare questo quadro c’era l’affermazione del DuceLa donna deve obbedire”.

Vittorio Sgarbi

Se il ministro della difesa Crosetto, senza mezzi termini, ha definito “farneticazioni personali” del generale queste affermazioni e il vertice delle Forze Armate lo ha rimosso dalla guida dell’Istituto Geografico Militare di Firenze, di contro, il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini ha rivendicato per il generale il diritto e il dovere di esprimere, nero su bianco, il suo pensiero.  Vittorio Sgarbi, a sua volta, eccellente critico e storico dell’arte, ma discutibile sottosegretario alla cultura per le sue espressioni triviali e volgari e le sue offese alle donne nel pubblico intervento presso il museo Maxxi di Roma, e i maggiorenti di Fratelli d’Italia lasciano solo Crosetto e difendono la libertà d’espressione del generale.

Vittorio Feltri, dal canto suo, riportando probabilmente quello che è il comune sentire degli Italiani, ha così commentato il pensiero del generale: “Questo povero Cristo ha scritto solo cose scontate, banalissime cose che tutti pensano, ma che ormai è vietato dire; ha solo esercitato il suo diritto di pensiero, di parola, di espressione.”

Con il suo best seller, che è balzato al primo posto in classifica per le vendite, il generale, convinto sostenitore della purezza della razza e fiero di portare nelle sue vene il sangue di Enea, di Lorenzo dei Medici, di Galileo, di Mazzini e di Garibaldi, ha preteso di cancellare anni di storia e di lotte per l’affermazione dei diritti umani, civili, politici e per il riconoscimento del ruolo indispensabile della donna nella società, nelle professioni, nella politica.   

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