Mi è capitato di leggere “il giornale di Caivano” e di apprendere che è in via di definizione il piano industriale di igiene pubblica del nostro comune. Ho anche saputo che con tale espressione si intende un progetto per avere finalmente una Caivano pulita.
Inoltre tale piano dovrebbe essere oggetto di una gara ad hoc tra ditte concorrenti e, non essendo nelle possibilità tecniche del nostro ufficio tecnico, tale compito è stato affidato ad un esperto in pianificazione degli interventi necessari.
Il relativo progetto, grazie alle sollecitazioni del nuovo assessore al ramo, finalmente è stato consegnato dopo un anno di lavoro, per farlo visionare ed approvare dal consiglio comunale.
Fin qui nulla da obbiettare e niente da osservare circa i calcoli e soluzioni tecniche suggerite dal tecnico incaricato. Io non ho le competenze richieste per dire se va tutto bene o qualcosa è sbagliato nel piano presentato, se non che
il progetto sembra destinato al fallimento,
stante gli obbiettivi da raggiungere
e fissati da disposizione di legge.
Secondo il piano presentato a fronte di un 34 per cento rilevato ad oggi, nella raccolta differenziata si dovrebbe raggiungere almeno il 65 per cento e superare tale percentuale appena possibile, per far inserire il nostro comune tra quelli virtuosi.
Naturalmente non mancano, nel lavoro del tecnico, alcune migliorie rispetto al passato, quali la distribuzione di sacchetti mai fatta fino ad oggi e il potenziamento del personale che dovrebbe garantire una presenza più attenta ed efficace sul territorio.
Purtroppo è assente l’analisi sociologica dei comportamenti della popolazione residente e quindi la possibilità conseguente di predisporre misure di accompagnamento che possano convincere la generalità dei cittadini a collaborare per la rinascita di Caivano. A tale scopo sarebbero necessarie attività coerenti con lo scopo da perseguire e prevedere il coinvolgimento dei diretti interessati, cioè i cittadini.
Già Platone sosteneva che “la legge non deve solo comandare, ma anche convincere e persuadere della propria bontà e necessità”, ma purtroppo nel progetto presentato, questa volontà non è presente, come manca anche l’accompagnamento delle azioni di raccolta dei rifiuti con misure incentivanti e controlli e visite porta a porta atte ad illustrare i fini della raccolta differenziata onde non farla più considerare una scocciatura per i tanti concittadini renitenti presentandola invece come un obbligo morale e civico nell’interesse della colletività.
Manca anche una tempistica ben scandita dai vari step previsti dalla “ruota di Deming” per i progetti di qualità che possano permettere al Comune di verificare di continuo, con una propria commissione consiliare, la bontà di un progetto che non deve fallire.
Essenziale però, per promuovere la collaborazione dei cittadini, è coinvolgere le scuole con corsi di formazione degli alunni con relativi premi e manifestazioni finalizzate, e magari organizzare corsi di assistenza a quanti sembrano allo stato indifferenti o reticenti a lasciare da parte le vecchie abitudini per inserirsi in un circuito virtuoso per il bene della città.
Sarà possibile tutto ciò?
Speriamo!