Michele Antonio Gaglione, fratello di Maria Paola è stato scarcerato, ora ai domiciliari

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Nuovi risvolti per la vicenda agghiacciante che ha visto la morte di Maria Paola Gaglione, la giovane donna di 18 anni deceduta tra la notte dell’11 e il 12 settembre 2020 ad Acerra in seguito ad un brutto incidente.
 
Il fratello, Michele Antonio, accusato di tentato omicidio dal compagno transgender di Maria Paola, è passato dal carcere di Poggioreale ai domiciliari. L’ istanza di scarcerazione presentata dagli avvocati dell’imputato, Giovanni Cantelli e Domenico Paolella, è stata accolta dalla Corte d’Assise di Napoli, con parere favorevole dei due sostituti della Procura di Nola che sostengono l’accusa, Aurelia Caporale e Patrizia Mucciacito, in quanto Michele Antonio Gaglione è incensurato e ha avuto una buona condotta in carcere, nè tantomeno rischia la reiterazione del reato.
 

Le condizioni di Michele Antonio Gaglione

 
Sono passati due anni da quel tragico incidente, Michele sarà ai domiciliari fuori regione, avrà il braccialetto elettronico. La famiglia ha vissuto momenti terribili, dalla morte di Maria Paola ad oggi, con tutte le vicissitudini conseguenti all’accusa di tentato omicidio e la polemica aizzata dai media sulla “questione di genere”.
 

Cosa accadde quella notte tra l’11 e il 12 settembre 2020

Maria Paola era insieme al suo compagno a bordo di uno scooter, inseguiti da Michele che continuava a chiedere loro di fermarsi per parlare. Anche lui guidava un motociclo. Nell’avvicinarsi troppo, Maria Paola cadde dal mezzo e purtroppo urtò con la testa su di un tubo per l’irrigazione ai margini di una strada periferica di un campo.
 
L’urto fu così violento, che la giovane donna perse la vita sul colpo in seguito ad una profonda ferita alla gola e nel frattempo il fidanzato Ciro (o Cira) Migliore si allontanò per chiedere aiuto, mentre il fratello Michele Antonio soccorse la sorella, e constatò che purtroppo per lei non c’era più nulla da fare.
 
Disperato, Michele, chiamò la madre che li raggiunse insieme a dei parenti sul posto, la quale non si rese conto inzialmente della morte della figlia e cercò in tutti i modi di rianimarla.
 
In quella occasione, Ciro dopo aver riportato lievi lesioni, iniziò ad accusare  Michele della responsabilità dell’accaduto. Per tali ragioni, Gaglione fu subito arrestato ed è rimasto in carcere fino ad oggi; allora gli fu contestato l’omicidio preterintenzionale da parte della Procura di Nola, poi dopo qualche mese la sua posizione fu aggravata con la contestazione di omicidio volontario.
 
Il processo è quasi alla fine, infatti, l’ultima udienza è prevista dopo Pasqua, con la requisitoria della pubblica accusa con la richiesta di pena.

I risvolti successivi

Dopo meno di un anno dall’accaduto, ovvero il 23 febbraio 2021 Ciro Migliore fu messo agli arresti domiciliari per spaccio di droga. Attualmente è in questo stato e vive nel quartiere del Parco Verde a pochi passi dalla casa della famiglia di Maria Paola.

 

 

 

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