Scorta per don Maurizio Patriciello. È stata questa la decisione dello Stato, a seguito dell’esplosione del petardo all’ingresso della sua chiesa ed è stata indetta dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, affidando due agenti di polizia che avranno il compito di tutelare l’incolumità del sacerdote. La stessa parrocchia San Paolo Apostolo nel Parco Verde sarà presiedata.
In merito alla decisione di dargli o meno una protezione da parte dello Stato, si era discusso già in passato e per la precisione nel 2013, quando il cardinale Sepe sostenne, in merito alla lotta alla Terra dei fuochi:
In merito alla decisione di dargli o meno una protezione da parte dello Stato, si era discusso già in passato e per la precisione nel 2013, quando il cardinale Sepe sostenne, in merito alla lotta alla Terra dei fuochi:
“Vedrò don Patriciello e gli dirò: ma che scorta? Io ci ho rinunciato, è giusto che ce l’abbia un sindaco ma non un vescovo”.
“Non è possibile andare in una parrocchia -spiegò Sepe- accompagnati dalla polizia. La scorta non serve, tanto se mi uccidono almeno non uccidono anche quei poveretti della scorta, anche perché scorta o non scorta…. Don Maurizio non è tipo da scorta, sono convinto che la pensi come me”.
Don Maurizio infatti più volte ha ripetuto in questi giorni: “Non vorrei che, per proteggere me, gli esponenti delle forze dell’ordine ai quali va tutto il mio ringraziamento, rimanessero coinvolti”.
Intanto anche il senatore Sandro Ruotolo fa sentire la sua vicinanza a Don Maurizio, come parte del Comitato di Liberazione dalla camorra dell’Area nord di Napoli, in post su Facebook:
«Caro padre Maurizio, lo Stato ha deciso di proteggerti assegnandoti la scorta. Penso di poterti dire a nome di tutto il comitato di liberazione dalla camorra che stiamo con te. Insieme, dobbiamo liberare le nostre terre dalla camorra».