Si è tenuta iera l’udienza di convalida di sette arresti per i maggiori esponenti del clan Landolfo di Arzano, ovvero il boss Pasquale Landolfo, la moglie, la figlia Carmela di 20 anni, ed altri quattro affiliati. Sono stati arrestati domenica notte (27 marzo) durante un blitz dei carabinieri della Compagnia di Giuliano, in via Turati. La disposizione di convalida dei fermi è stata emessa dalla Dda di Napoli.
Una maxi operazione nata da un’indagine eseguita con delle cimici disposte negli ambienti di residenza degli indagati, da cui è stato possibile risalire a delle informazioni utili a comprendere cosa sia davvero accaduto ai danni di Don Maurizio Patriciello, dopo gli atti initmidatori subiti, con un petardo espoloso all’esterno della sua chiesa. Non solo, le intercettazioni hanno fatto luce sulle minacce al comandante della Polizia locale di Arzano, Biagio Chiariello, che sono giunte attraverso un manifesto funebre indirizzato a lui.
In casa Landolfo si discuteva di particolari agghiaccianti: dalle lotte che avvengono tra clan avversi, alle possibili alleanze e tradimenti che sussistono tra più famiglie.
Dall’ordinananza di 60 pagine, è emerso che gli esponenti del clan Landolfo siano convinti che le minacce siano partite dagli affiliati del clan Cristiano-Mormile (di Frattaminore) loro nemici, insieme ai Monfregolo. Si fa accenno anche agli scontri con il clan Ciccarelli di Caivano sulle armi venute a mancare, a seguito dei sequestri da parte dei carabinieri.
Quando si fa riferimento alla Chiesa, e quindi alla figura di Don Maurizio, le parole sono chiare e lampanti: «Mettere una bomba sotto la chiesa di quello no! Sono stati loro. Io gli manderei una lettera dicendo che qui non esiste proprio, poi contro la Chiesa…
Infine, è emerso che Pasquale Landolfo avesse chiaro l’obiettivo di “eliminare” tre persone del clan rivale, per vendicarsi di un tentato omicidio (avvenuto due volte) ai suoi. Sembrerebbe infatti che avesse coinvolto un uomo del clan Mormile per aiutarlo ad attirare i tre soggetti coinvolti in una trappola, ovvero in un agguato, ma grazie al blitz dei carabinieri, lui e i suoi sono stati interrotti e spediti in carcere.