L’aggressione alla villa comunale, un patto per la legalità a Caivano

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Villa Comunale Caivano
Villa Comunale Caivano

Ho letto con grande sconcerto e dolore la notizia dell’aggressione nella villa comunale a bambini di dieci anni, da parte di coetanei, armati di manganelli e coltelli.

Ho preso anche visione dei numerosissimi commenti di lettori, che hanno variamente giudicato e criticato tale grave episodio.

Preponderanti sono state le voci di chi ha manifestato vergogna, mancanza di tutela da parte della politica (amministrazione comunale), Stato (forze dell’ordine), dolore per il decadimento di Caivano, ormai terra di nessuno, paese senza futuro, soddisfazione per essere andati via da questo inferno.

C’è stata addirittura qualche voce che chiedeva il carcere.

Per chi? Per bambini di dieci anni?

Alcuni hanno evidenziato la responsabilità dei genitori, specchio dei loro figli.

Ebbene, come educatrice, donna di scuola e cittadina di Caivano sento il dovere di dire anche la mia sull’argomento. Premetto che sono legata in modo viscerale al mio paese: c’è una forza centripeta, che mi fa tremare le gambe, mi trascina verso le viscere della terra dove affondano le mie radici, mi indigno perciò moltissimo, quando leggo la grande soddisfazione di quelli che hanno abbandonato questo ‘luogo di perdizione’ per volare verso lidi più felici e mi chiedo: ‘se tutti coloro che si ritengono buoni e onesti vanno via, a Caivano rimarranno solo i cattivi e i disonesti?’

Sicuramente Caivano soffre per il degrado e l’abbandono politico. Da vari anni si sono susseguite amministrazioni non all’altezza della situazione, che hanno consentito la vandalizzazione di quelle cose buone, che, con grande sforzo, si era riusciti a realizzare.

Più di vent’anni fa, come la ricostruzione dello stadio ‘Faraone’, l’inaugurazione del teatro ‘Caivano Arte’ e del centro sportivo, perla della provincia di Napoli, che tutti ci invidiavano, richiamo di grandi e piccoli di tutti i paesi del circondario.

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Da tale scempio si sono salvate la caserma dei carabinieri, la sede dell’Asl in via Santa Chiara, le scuole di via Caputo, Pascarola, via Settembrini, Don Milani e l’istitituzione del liceo scientifico, opere tutte realizzate dal 1994 al 2004 da amministrazioni di centrosinistra.

            

Anche oggi i nostri amministratori a parte i proclami e le illustri presenze e comparse di politici importanti, si stanno caratterizzando per i continui cambi di casacca.

Ma io mi chiedo anche: ‘cosa sta facendo l’opposizione? Quale azione di pungolo e di stimolo sta effettuando? Bastano i manifesti di Arlecchino?

Nonostante ciò non possiamo assolutamente affermare ‘siamo un paese di merda’, ‘questo paese sarebbe da demolire’ perchè c’è anche chi vive nella legalità e soffre.

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Mi domando:

La famiglia ha sempre assolto in pieno il suo compito?

Ha educato i figli al rispetto degli altri, alla solidarietà, alla legalità?

La scuola ha educato al senso etico come fondamento dei rapporti dei cittadini e a comportamenti socialmente e civilmente responsabili?

Ha sempre ripreso episodi di bullismo tanto spesso denunciati?

Bene si sta muovendo la chiesa sul territorio ed è notizia, proprio di qualche giorno, del convegno organizzato da Don Maurizio Patriciello con i sacerdoti della Forania di Caivano, Cardito, Crispano ‘Non più camorra nelle nostre terre’.

A questo punto mi balena nella mente l’idea di un patto per la legalità, che veda uniti: l’amministrazione comunale, le forze dell’ordine, la chiesa, le scuole, i servizi sanitari e sociali, l’associazionismo, perchè

La legalità non sia soltanto predicata, ma praticata.

Parlando della mafia, Leonardo Sciascia sosteneva che questa pericolosa organizzazione criminale si combatte non solo con mille rappresentanti delle forze dell’ordine, ma con mille maestri.

La scuola ha una grandissima responsabilità e la reintroduzione dell’educazione civica tra le materie di studio in tutti gli ordini di scuola è la prova dell’importanza di questa dimensione nella formazione degli alunni sin dalla più terena età.

Con quanta nostalgia ricordo l’istituzione a Caivano, più di venti anni fa, del consiglio comunale e del sindaco dei ragazzi!

C’è bisogno di un risveglio delle coscienze e di un rinnovato amore per il proprio paese, che deve germogliare nella scuola. Concludo questo scritto con il commento più bello fatto dall’insegnante MariaPia Picone: ‘Insegno in un istituto comprensivo di Caivano. Ai miei alunni di quinta elementare insegno a rispettare le regole, per poter diventare dei futuri cittadini caivanesi onesti e rispettosi della legge. Sono fiduciaosa in un cambiamento, scuola e famiglia devono camminare insieme. L’unione fa la forza’.

È questa la scuola che ci piace, è questa la scuola che potrà contribuire ad operare il cambiamento.

1 COMMENT

  1. Cara Franca,
    il tuo articolo è un grido di dolore per quanto avviene nel nostro paese ma è anche un atto d’amore per un territorio che ha dato tanto ai paesi vicini. Quanto alla scuola convengo che si tratti di un anello indispensabile per la ricostruzione civile e morale del nostro paese e non a caso il tuo compianto marito ebbe il merito di battersi per l’inclusione nel piano di fabbricazione della cittadella scolastica oggi vanificata da una politica miope e interessata. Quanto a te i tuoi ricordi sono gemme cristalline che testimoniano passione e amore per il presente e futuro dei giovani affidati alla tua scuola .Che dio ti benedica di quanto hai fatto e continui a fare per la nostra Caivano. Ciao

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