L’aumento delle materie prime ha portato all‘incremento dei prezzi dei beni di prima necessità come il pane e i suoi derivati, anche i produttori lamentano grandi difficoltà di reperimento del grano e delle farine.
CNA Agroalimentare e Appafre lanciano l’allarme sul rincaro dei prezzi del grano e, insieme alle altre associazioni di categoria, chiedono al ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli di ricostituire il Tavolo della filiera del grano e del pane.
Dopo il caro bollette e il caro materie prime si scopre che anche il settore dei prodotti alimentari farinacei è gravato da un aumento notevole del costo delle materie prime. Inoltre i produttori lamentano grandi difficoltà di reperimento.
Le cause? Produzione in calo per motivi climatici e ambientali, ma anche speculazioni a livello internazionale.
Secondo le rilevazioni di CNA Agroalimentare il costo della farina di frumento è aumentato mediamente del 30% come per il 35% per la plastica e quindi per il pakaging e gli imballi. In aumento anche elettricità e fonti di alimentazione dei forni (legno, pellet o metano)
A Caivano gli aumenti si sono registrati indicativamente così:
Cocchietta (Pezzo di pane di circa 750 gr) da 1 euro a 1,30 euro
Rosetta (1,25 al kg.) 4 pezzi 0,50 € passa a (1,65 al kg.) 3 pezzi 0,50 €
Pizze farcite passeranno da 1,20 € a fetta a 1,30€
A Napoli negli anni settanta scoppiò una rivolta popolare in conseguenza dell’aumento del costo del pane che fu subito ritirato. Oggi si paga tale aumento senza fiatare anche in presenza di una povertà diffusa aggravata da tutti gli altri aumenti indiscriminati che stanno aggravando le condizioni di vita dei ceti deboli. Siamo in presenza di una brutta assuefazione o alla vigilia di una rivoluzione?