Tutelare i bambini e i giovani: la missione di Don Maurizio Patriciello

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Don Maurizio Patriciello apre le porte della sua parrocchia “San Paolo Apostolo” al bene, a chi decide di lottare con lui per un grande obiettivo: la tutela dei minori.

Stamattina, ha completato i preparativi per la prima comunione di cinque bambini, continuando la sua opera missionaria in una terra che chiede attenzione e cura da parte di ogni organo istituzionale.

Qualche giorno fa, agli autori della “stesa” a colpi di pistola e mitra la sera dell’ 8 luglio, aveva “chiesto” ai più piccoli di partecipare senza rischi alla comunione, un momento cruciale per la loro crescita spirituale.

La gente è ancora poca e non c’è aria di festa. “C’è paura – dice all’ ANSA don Patriciello – quello che hanno fatto giovedì scorso non si era mai visto. Mi chiedo in quale quartiere d’ Europa succedono cose così, qui hanno sparato con i kalashnikov, 26 colpi? “Sono i bossoli che hanno trovato, ma erano molti di più. Diciamo la verità, abbiamo fallito”, aggiunge sconfortato, e mostra un video che ha appena girato sulla bretella della provinciale Caivano-Aversa:

https://www.facebook.com/maurizio.patriciello/videos/3028800137353343 

Ma perché la violenza plateale? La voce è che ai nuovi boss dello spaccio avrebbe dato fastidio la presenza della troupe di una tv estera, che ha fatto parlare i bambini. Don Patriciello  smentisce: “Qualche mese fa c’è stata una cinquantina di arresti, si sono fatti avanti i nuovi, che vogliono affermarsi“, dice.

Prima delle 21.30, di giovedì, quando gli spari sono cominciati, nel rione giravano decine di scooter e ciclomotori, con i guidatori che indossavano il casco integrale.

Questo ha fatto scattare l’ allarme, come testimoniano alcuni messaggi audio inviati via cellulare. Officiando la messa, nell’omelia, don Patriciello dedica un passaggio breve alla “stesa”, ma con parole forti. “Quello che è successo è l’anticamera dell’ Inferno, è una vergogna grande come il Monte Bianco. Lo so che il coraggio, come per Don Abbondio, uno non se lo può dare, ma qui siamo 5 mila, e se continuiamo così non cambierà mai niente“.

Venerdì al Parco Verde è giunto il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Mara Carfagna, dopo un colloquio con la collega degli Interni Lamorgese. E’ cambiato qualcosa? “No. Ma è presto. Intanto qui non c’è neanche una telecamera“. Il campo per i bambini si farà? “Ci sto riflettendo”. All’ esterno della chiesa si trattiene un gruppetto di fedeli. “I carabinieri non ci hanno fatto passare– racconta uno, riferendosi ai controlli in corso – ma che hanno combinato giovedi?” Ancora in tanti non riescono a rendersi conto di cosa sia accaduto. Ciò è alquanto grave, una cittadina spaventata che è così abituata ai soprusi da non saper più riconoscere i segnali di un abuso di potere,  essere guidata e assistita direttamente dallo Stato.

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