Ricorrere alla chirurgia per dimagrire. Il caso di Raffaele Arcella

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Indagati due medici per omicidio colposo, ai danni di Raffaele Arcella, 29enne di Caivano, che due anni fa si sottopose ad un intervento di bypass gastrico. Fissata al 4 maggio, presso il Tribunale di Nola l’udienza preliminare davanti al giudice Teresa Valentino e il pm Patrizia Mucciacito, dopo che i due medici indagati furono rinviati a giudizio nel 2019. I genitori di Raffale sono assistiti dall’avvocato Fernando Maria Pellino, e si costituiranno parte civile nel processo.

La vicenda

Fu proprio in quell’anno, il 29 marzo 2019, che Raffaele fu operato presso la clinica Trusso di Ottaviano e subito dopo pochi giorni, il 2 aprile, fu costretto ad avere un altro intervento di chirurgia bariatrica.

Le sue condizioni di salute, dopo la seconda operazione, peggiorarono rapidamente tale da essere trasferito presso il reparto di Terapia intensiva del Secondo Policlinico di Napoli. Morì dopo dieci giorni.

Le cause del decesso sono state accertate da un’autopsia sul corpo della vittima, che ha rilevato una peritonite a causa di una perforazione dello stomaco.

La perizia medica

Dal referto medico, si evidenziano una serie di atti negligenti da parte dei due medici che hanno assistito Raffaele, che potevano essere evitati: “L’esecuzione tecnica dell’intervento chirurgico è stata caratterizzata da imperizia, imprudenza e negligenza”.

Il percorso di Raffaele Arcella

Il percorso che ha portato Raffaele Arcella a sottoporsi all’intervento di bypass gastrico è stato fin da subito costellato da anomalie. Il ragazzo presentava dei chili in eccesso, ma il suo caso non rientrava tra i pazienti obesi. Prima di procedere con un’operazione chirurgica, bisognava sottoporre il paziente ad un percorso preliminare, che consisteva in una serie di step atti a valutare se c’erano o meno le condizioni per operare, dall’alimentazione guidata per un calo ponderale del peso corporeo, ad esercizi fisici.

Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche

Tutto ciò non è accaduto con Raffale. Si legge dalle linee guida pubblicate dalla Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche che:

“La S.I.C.OB. sconsiglia, in linea di principio, l’uso del bypass in pazienti non candidati alla chirurgia bariatrica e, quindi, non affetti da obesità grave o superobesità. Le controindicazioni al bypass intragastrico sono costituite da: pregressa chirurgia addominale, soprattutto gastrica; patologia peptica in atto, malattie infiammatorie intestinali croniche”.

La moda del bypass gastrico per dimagrire velocemente

Il caso di Raffaele non è l’unico, negli ultimi anni, sono aumentate a dismisura le richieste di intervento di bypass gastrico. Il punto cruciale è che coloro che si sono rivolti a cliniche private, non sempre mostravano segni comprovati di obesità, ma solo chili in eccesso.

In sostanza, un intervento che normalmente serve per ridare una condizione di salute a pazienti obesi, si trasforma in una soluzione estetica che fa dimagrire velocemente, con tutte le conseguenze del caso. Una moda che lascia segni indelebili e che dovrebbe far riflettere sull’importanza di informarsi con saggezza.

La prassi resta l’idea di consultare diversi medici, prima di poter scegliere una strada così invasiva, dimenticando i rischi e le conseguenze di un’operazione.

L’ obesità in Italia

In Italia, quindi, vi sono, attualmente, circa 16,5 milioni di soggetti in sovrappeso e circa 5,5 milioni di pazienti obesi (5 milioni con un B.M.I. compreso tra 30 e 40 Kg/m2, 500.000 con un B.M.I. 40 Kg/m2).

Tutto questo si traduce in un enorme impatto sociale, dal momento che l’obesità e le malattie correlate comportano una riduzione della quantità ed uno scadimento della qualità della vita nonché costi sanitari e sociali, diretti ed indiretti estremamente rilevanti.

Bisogna sapere distinguere l’obesità come malattia, da tutto il resto che ricade nella semplice formula dei chili di troppo, e il confine spesso è difficile da definire, perché interviene il fattore psicologico che induce a ricorrere alla soluzione, che apparentemente sembra essere la più concreta, e poi si rileva un grosso errore.

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