Sono ormai passati 28 anni da quel terribile 23 maggio del 1992, quando fu attuata la più terribile e spettacolare strage di mafia che si ricordi: 1000 chilogrammi di tritolo sventrarono l’asfalto dell’autostrada Trapani–Palermo, all’altezza di Capaci, e scagliarono in aria uomini, alberi, macchine.
E’ vivo ancora nella mia mente il ricordo di quei giorni terribili: era un misto di cordoglio, smarrimento, angoscia, senso di paura di tutti gli Italiani, senza differenza di ceto sociale e di appartenenza geografica.
Era stato assassinato barbaramente , insieme alla moglie e a tre agenti della scorta, il giudice Giovanni Falcone l’uomo simbolo della lotta alla mafia, la mente lucida che, dalla Direzione degli Affari Penali del Ministero di Giustizia, aveva pensato e stava cercando di realizzare un’intensa attività, volta a rendere più efficace l’azione della magistratura nella lotta contro il crimine.
Dopo lo smantellamento a Palermo del pool mani pulite e la delegittimazione dei magistrati come Falcone e Borsellino, ad opera di una coalizione politico – dogata, il giudice Falcone, chiamato dall’allora ministro della giustizia Claudio Martelli stava continuando a Roma la sua forte azione di contrasto alla criminalità organizzata con proposte di incisive riforme legislative in campo giudiziario.
Durante tutta la mia carriera, prima di docente e poi di dirigente, ho sempre ritenuto indispensabile che agli alunni venisse offerta una vasta gamma di opportunità culturali, perché diventassero persone mature e responsabili, acquisissero una immagine sempre più chiara e approfondita della realtà circostante, fossero in grado di fare scelte consapevoli.
In un territorio come quello dell’hinterland napoletano, caratterizzato da episodi di criminalità diffusa, era indispensabile che la scuola ponesse al centro della sua programmazione l’educazione alla legalità . Tale esigenza formativa era ampiamente sentita da molte scuole ed anche dalla Milani, che ogni anno programmava ed attuava il progetto LEGALITA’ , che impegnava i ragazzi in lavori di approfondimento dei problemi legati ai fenomeni di criminalità e si concludeva con una manifestazione alla presenza e con la testimonianza di personalità di spessore, distintesi per il loro impegno civile e sociale .
Fu così che nel decimo anniversario della morte del giudice Falcone, a conclusione del progetto LEGALITA’ , la scuola Milani invitò la Prof.ssa Maria Falcone, che fu a Caivano l’intera giornata del 26 Aprile 2002.
Sapevamo che Maria Falcone da anni portava instancabilmente avanti una missione quasi sacra: incontrare i giovani , perché il fratello Giovanni le ripeteva spesso che per combattere la mafia bisogna iniziare dalla scuola; egli amava i ragazzi, ai quali raccomandava di “ studiare, studiare, studiare , perché solo con la cultura si può estirpare l’illegalità e la mafia”.
Questo fu il bellissimo messaggio lasciato dalla sorella del giudice anche ai ragazzi di Caivano in quell’emozionante incontro del 26 aprile 2002, che si svolse di mattina nei locali della scuola e nel pomeriggio nel teatro Caivano Arte, aperto ad un folto pubblico: forze dell’ordine, amministratori comunali e provinciali, cittadini poterono apprezzare l’impegno profuso dai ragazzi della scuola in attività di pittura, scultura e drammatizzazione.
Rividi la Prof.ssa Falcone il 22, 23 e 24 maggio dello stesso anno a Palermo , nella tre giorni organizzata dalla Fondazione Falcone in ricordo dell’eccidio,perché delegata dall’assessore regionale a rappresentare le scuole della Campania nell’aula bunker , teatro del maxi processo istruito dal pool antimafia a Cosa Nostra e conclusosi con la condanna all’ergastolo di 475 mafiosi, emessa dalla Corte di Assise di Palermo il 16 dicembre 1987. Al pensiero del sacrificio di eroi come Falcone e Borsellino, che persero la vita per assicurare alla giustizia tanti malavitosi, non posso reprimere un moto di amarezza di sgomento al pensiero di centinaia di pericolosi detenuti, di cui alcuni in regime di 41bis, recentemente liberati per decisioni molto discutibili e sicuramente sconcertanti.
La Prof.ssa Falcone continua ancora instancabilmente la sua missione e, intervistata domenica 17 Maggio da Mara Venier a “Domenica In“ , ha voluto ricordare non solo il sacrificio del fratello che ha vissuto 12 anni di lockdown, ma anche quello di tanti medici, infermieri ed operatori sanitari che, spinti dal senso del dovere, hanno, anche loro eroicamente, sacrificato la vita per salvare quella di tanti Italiani.
Queste le sue testuali parole: “Penseremo anche a loro quando il 23 maggio, alle ore 18, ci affacceremo al balcone e ricorderemo l’orribile strage di Capaci,, .
Nel giornalino scolastico ‘Milani Vox’ vennero inserite due lettere di alunni che raccontarono quella giornata. Quella di Francesco Petito della III A e Giosuè Fatone della III G.