Non bisogna essere esperti vaticanisti per cogliere le importanti innovazioni che Papa Francesco ha impresso alla chiesa sotto il suo pontificato.
Attenzione ai più poveri, agli immigrati, apertura al dialogo interconfessionale e soprattutto confronto con tutte le componenti della società su alcuni problemi sensibili, quali: finevita, omosessualità ecc.
Novità che non hanno trovato pieno accoglimento all’interno dell gerarchie ecclesiastiche che in più occasioni hanno manifestato il proprio dissenso alle scelte operate da Papa Francesco.
Ultima in ordine di tempo l’estemporanea missiva inviata dalla conferenza dei Vescovi al premier Conte, nella quale si esprime il disappunto per la mancata possibilità di celebrare Messa con la presenza di fedeli. Anche in questo caso le parole di Papa Francesco hanno riportato la questione nel suo alveo. Il Pontefice ha invitato tutte le chiese alla prudenza e al rispetto delle leggi. Parole sagge e improntate da estrema moderazione ed equilibrio.
Certamente si sarebbero potuto individuare delle soluzioni più flessibili per consentire lo svolgimento di alcune funzioni come battesimi, matrimoni ecc.
Altrettanto non può essere sottaciuto il grave rischio che corre la collettività ogni qualvolta si crea un assembramento. Papa Francesco è pienamente consapevole che il covid 19 circola ancora tra noi e potrebbe causare un riaccendersi della pandemia.
Le parole del Papa sono l’ulteriore dimostrazione della sua capacità di coniugare il rispetto delle leggi e la tutela della libertà religiosa. L’opposto di chi all’interno della chiesa coltiva posizioni anacronistiche e fondamentaliste come quelle di un prelato americano che ha affermato la superiorità di Dio rispetto al virus.
Si è contagiato e purtroppo ha fatto una morte orribile.