Coronavirus e democrazia sospesa

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Da qualche mese un virus subdolo e letale assedia la nostra salute e miete vittime.

Per arginare e combattere questo nemico invisibile sono stati adottati provvedimenti che hanno fortemente limitato la nostra libertà personale.

Siamo impediti ad uscire di casa se non per situazioni eccezionali, dobbiamo indossare mascherine e guanti e rispettare il distanziamento sociale.

Quanto di queste misure sono utili e necessarie solo il tempo potrà stabilirlo, per adesso piangiamo oltre 20.000 morti, migliaia di persone in terapia intensiva, molti confinati a casa in isolamento fiduciario.

Probabilmente fra qualche settimana entreremo nella fase 2 che dovrebbe portare ad un rallentamento delle restrizioni in essere. Nel frattempo si prevede di utilizzare le tecnologie per controllare gli spostamenti delle persone.

In questo frangente il governo ha rimandato il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari previsto per il 29 marzo scorso, se ne parlerà in autunno.

Parimenti si prospetta il rinvio anche delle elezioni previste a maggio per un migliaio di comuni, per 7 regioni e 19 capoluoghi di provincia.

Certo, dobbiamo proteggerci dalla pandemia, ma per quanto tempo ancora si potrà procrastinare l’esercizio del voto.

L’eccezionalità della situazione è nota a tutti, ma non si può mantenere in vita per troppo tempo organi elettivi scaduti. Sarebbe auspicabile che con l’inizio della fase 2 dell’emergenza si possa restituire la parola agli elettori, al popolo sovrano.

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