Noto alle cronache è l’episodio dell’omicidio del boss di camorra, Pellino Modestino, ucciso in un agguato di camorra a Nettuno, nella centrale piazza Garibaldi, nell’estate del 2012.
Un omicidio maturato nell’ambito di una faida per il controllo delle attività illecite nell’area di Napoli Nord.
Accusati per l’omicidio furono Luigi Belardo di Orta di Atella, Raffaele Laurenza di Marcianise e Raffaele dell’Annunziata di Caivano.
Luigi Belardo, detenuto da novembre 2013 a gennaio 2018, fu assolto dalla Corte di Assise d’Appello di Roma, che rigettò il ricorso presentato dalla competente Procura, confermando le assoluzioni.
Nonostante l’assoluzione, il Belardo fu raggiunto da un Ordinanza di Applicazione di Misura Coercitiva, ai sensi dell’art. 292 del codice di procedura penale, per aver commesso il delitto dell’art. 416 bis.
In sostanza, al Pellino, si contestava di aver fatto parte, congiuntamente ad un gruppo di uomini, di un associazione camorristica denominata “Clan Moccia”.
Difeso dallo Studio Legale dell’Avv. Ferdinando Letizia, del Foro di Santa Maria Capua Vetere, all’interno del quale si specializza anche un’eccellente avvocato praticante del nostro territorio, Dott.ssa Anna Tartaglione, Luigi Belardo, nei giorni scorsi, ha fatto ritorno a casa.
La Corte d’Appello di Napoli, IV° Sezione Penale, ha infatti, accolto la richiesta avanzata dall’Avv. Ferdinando Letizia, e sostituito la misura di custodia cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari.
Una vittoria legale consentita dal principio di fungibilità della pena, secondo il quale si dà possibilità al condannato di “computare i periodi di carcerazione sofferti in custodia cautelare o espiati sine titulo nella determinazione della pena detentiva da seguire per altro reato”.