‘E’ riggiolari’: Artigiano produttore di mattonelle e per estensione operaio specializzato nella posa in opera delle stesse.
Il nome deriva dalla classica ‘riggiola’ meridionale in cotto dai toni caldi e rossastri, attualmente è ancora presente in qualche monastero o in palazzi seicenteschi.
Renato De Falco accosta il nome ‘riggiolaro‘ a rubéola, ovvero“rossiccia”, inoltre definisce l’antichissima tradizione di questo mestiere antico e nobile.
Caivano per centinaia di anni si è pregiato il primato continentale, in Italia e in Europa bastava dire sono ‘pavimentista’ e di risposta ‘allora sei di Caivano’.
Già noti del 1300, E’ riggiular di allora pavimentarono le ville dei patrizi e le chiese di mezza Europa, menzionati negli scritti dell’architetto Vanvitelli, tanti per lui lastricarono la Reggia di Caserta e tantissime fabbriche nobiliari.
Anche l’architetto Fuga, ricordato soprattutto per aver ideato per conto dei Borbone il progetto dell’albergo dei poveri a piazza Carlo III a Napoli, opera imponente e mai terminata per mancanza di soldi.
Si serviva esclusivamente degli artigiani nostrani, uno dei più bravi che la storia ci tramanda si chiamava Mario Miccio. ‘O’ Mecc’ nasce a metà settecento, fu specialista a realizzare pavimenti in granito modellando fasce rettangolari con interno a scacchi e puntini negli angoli. Fu tanto bravo da fare scuola anche agli apprendisti veneziani, antesignani di questo genere.
Ci fu un periodo di metà ottocento e buona parte del novecento che venivano richiesti e ben remunerati da tutte le imprese edili ed inseguiti dalle ragazze caivanesi che in loro vedevano un roseo futuro.
Da giovane dedicai a loro questi pochi versi: ‘Ainta a’ borza, sula’ nà lenza, nà cucchiara, nù martiello e nà livella, ma appriess semp nà chiorm e guagliencelle’
*Foto de ‘Testimonianze per la memoria storica di Caivano’