Tra qualche mese (salvo rinvii) i cittadini di Caivano saranno chiamati alle urne per eleggere il sindaco e il nuovo Consiglio Comunale. Si dovrebbe votare a maggio in concomitanza con le elezioni regionali coronavirus permettendo.
Nel frattempo sono iniziate ‘le grandi manovre’ fra i partiti, per costruire coalizioni e individuare il candidato sindaco. Ad oggi non ci è dato di conoscere quali programmi intendono sottoporre al vaglio dei cittadini.
Eppure la situazione del paese è drammatica. Il comune è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche ed è interessato da un dissesto finanziario tutt’altro che superato.
Caivano è allo stremo. Il piccolo commercio è stato polverizzato. Azzerati i servizi alla collettività. Manca una manutenzione efficace per il patrimonio immobiliare dell’Ente.
La comunità tutta è avvolta in una cappa d’inquinamento mortifera.
In questo drammatico contesto ci si sarebbe aspettato da parte della classe politica locale una capacità propositiva e programmatica.
Niente di tutto questo.
Si continua con le vecchie procedure del passato, anteponendo interessi personali a quelli collettivi. Da oltre un mese si susseguono riunioni su riunioni improduttive e inconcludenti.
Prevale la logica dell’intrigo, delle riunioni segrete, degli ammiccamenti e degli accordi sottobanco.
Tutto il peggio di un armamentario di una vecchia politica dura a scomparire. Eppure il paese avrebbe bisogno di una rinnovata capacità della politica di mettersi in ascolto dei bisognosi e della collettività delusa ed estenuata.
Ma si sa, a fare i conti con la realtà e con l’aridità dei numeri può essere frustrante. Allora si preferisce il gioco del risico, la scarica di adrenalina delle congiure e degli accordi di palazzo con questo scenario c’è poco da sperare per la rinascita di Caivano.