Allarme rosso in Campania, solo in due mesi tre siti sequestrati

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Allarme rosso per i rifiuti interrati, solo in questa settimana i carabinieri hanno sequestrato una discarica di 4500 metri cubi di rifiuti speciali, smaltiti senza alcuna precauzione, nel comune di Capodrise, in provincia di Caserta. Oltre al sequestro, è stato denunciato il proprietario. All’interno della discarica brandelli di asfalto, detriti, guaine, plastica, ferro, pneumatici, furti industriali, e guaine bituminose.

Giovedì scorso, la guardia di finanza ha sequestrato 64 tonnellate di rifiuti nell’interporto di Nola. Anche in questi casi, si è trattato di rifiuti speciali, come guaine catramate, moduli fotovoltaici, tubi in polietilene, vernici ed imballaggi. Stesso discorso, andando a ritroso nel tempo, accaduto il 13 gennaio, quando a San Felice a Cancello è stata sequestrata una cava dismessa utilizzata per anni come sversatoio di rifiuti, al punto da trovare percolato che aveva formato un lago di immondizia, navigabile in gommone.

Questa è la condizione in cui versano i paesi della Campania, ormai non possiamo solo etichettare “il triangolo della morte” (i paesi dell’area nord di Napoli) come quelli maggiormente coinvolti nel processo del disastro ambientale.

Incisivo è stato l’intervento del Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, sostenendo: “Vogliamo arrivare a roghi zero: ci vogliono le forze dell’ordine per la sorveglianza e la repressione, i comuni per operazioni straordinarie di pulizia, i comitati per il presidio democratico del territorio“.

Un fatto grave è accaduto pochi giorni fa quando i magistrati di Napoli hanno chiesto l’archiviazione di una denuncia, pur riconoscendo gravi omissioni sotto il profilo penale e responsabilità politiche e amministrative, poiché il caso è in andato in prescrizione.

Il caso risale al 2014 quando l’avvocato Sergio Pisani chiese alla procura di indagare sullo smaltimento dei rifiuti nella Terra dei fuochi. La denuncia venne presentata poiché il figlio di cinque anni del legale era nato con malformazioni plurime. Casi che presentano picchi anomali nel triangolo di terra tra Napoli e Caserta. Pisani ha presentato opposizione alla richiesta di archiviazione: “L’ipotesi di reato per la quale ho domandato di indagare – spiega – cioè morte come conseguenza di altro reato non può cadere in prescrizione“.

 

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