La periferia mostra sempre dei caratteri connotativi diversi dal centro delle città, ma a Caivano spesso diventa ricettacolo di crimine, malaffare, rifiuti e degrado.
Il Parco Verde, ammasso di casermoni di cemento risalenti al post terremoto degli anni ’80, tra criminalità e violazione del diritto ad avere una casa degna di essere definita tale, sembra quasi essere condannato a diventare una discarica a cielo aperto.
Cumuli di rifiuti di ogni genere
Cumuli di rifiuti di ogni genere, ingombranti e solidi urbani si trasformano in vere e proprie montagne di spazzatura, quasi non bastassero le montagne di eco-balle della zona Asi.
Quello che crea ancora più disagio è che tali cumuli sorgono nei punti sensibili dell’agglomerato urbano come le scuole, l’azienda sanitaria locale e la parrocchia.
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Assenza delle istituzioni
Punti in cui si ritrovano ogni giorno, adulti e bambini, anziani e malati, punti in cui neanche i cassonetti dovrebbero esistere.
Ad oggi, il Comune di Caivano guidato dalla triade commissariale e da ben 7 funzionari sovraordinati, dopo innumerevoli segnalazioni da parte di cittadini ed associazioni locali, ancora non prende provvedimenti per la rimozione dei cumuli di rifiuti solidi urbani e degli enormi cumuli di ingombranti.
Terra abbandonata a se stessa…
Come si può vedere, camminando per i viali del Parco Verde, non è solo la politica ad essersi rivelata fallace, dal momento che è palese il totale fallimento dello Stato che non sa, o non vuole, amministrare perbene questa martoriata terra.
L’Ufficio Ambiente ormai dedito, solo ed esclusivamente, ad occuparsi di passaggi di cantiere, di liquidazioni alla Buttol Srl e di nuovi piccoli affidamenti, sembra essersi dimenticato di questa realtà abbandonata a se stessa e dei tanti cumuli di rifiuti giacenti sul territorio.
Ci auguriamo che i nuovi funzionari adottino presto nuove strategie di salvaguardia dell’ambiente al fine di scongiurare inconvenienti sanitari o semplicemente distorsioni del decoro urbano.