Liberato il piazzale dalle ecoballe arrivate alla Di Gennaro

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Caivano – Ripristinato lo stato dei luoghi del sito di stoccaggio (presso la Pontin Srl), all’interno della zona industriale di Caivano, utilizzato per il deposito delle ecoballe durante la temporanea chiusura del termovalorizzatore di Acerra.

“Si chiude una fase di criticità che è stata gestita nel migliore dei modi senza particolari ricadute negative, né per le aziende che insistono nel nostro agglomerato né per il territorio – afferma il presidente del Consorzio Asi – Csa Caivano, Franco Rea – . Tutto questo è stato possibile grazie al rispetto di tutti gli impegni assunti dalle parti in causa”.

Le ecoballe sono state stoccate a partire dallo scorso 26 settembre fino al 12 ottobre. Dal 21 ottobre scorso sono iniziate le operazioni di rimozione. All’inizio si parlava di ben 15.000 tonnellate da stoccare, poi ridotte a 11.500, fino poi a giungere alle 4000 tonnellate effettivamente depositate.

Area della Pontin liberata dalla ecoballe

Il Consorzio Asi – Csa Caivano ha vigilato che tutte le procedure si svolgessero nel pieno rispetto delle regole attraverso un attento monitoraggio dei mezzi in entrata e in uscita dalla zona industriale. La rimozione delle ecoballe è terminata il 31 dicembre.

“E’ stato ripristinato lo stato dei luoghi. Questo significa che l’area sarà riconvertita alla sua funzione originaria – afferma il Nino Navas, vice presidente del Consorzio Asi Csa Caivano – . Da parte della Sapna sono stati rispettati tutti gli impegni, evitando anche l’applicazione delle onerose clausole dell’accordo.

Lo scorso venerdì abbiamo operato un sopralluogo, verificando che è ogni cosa è stata eseguita secondo quanto previsto. L’obiettivo che intendiamo perseguire, insieme al presidente Franco Rea e al presidente dell’Asi Napoli, Giosy Romano – conclude Navas – è quello di rendere la nostra zona industriale sempre più un fiore all’occhiello, capace di essere opportunità di formazione e di lavoro per i cittadini di questo comprensorio, troppo spesso dimenticati dalle istituzioni, sia locali sia nazionali”

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