IL TEMPO, una riflessione su San Silvestro da parte di don Maurizio Patriciello

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di Padre Maurizio Patriciello

Non amo fare baldorie la notte delle consegne tra l’anno che fu e quello che verrà. Sento forte lo scorrere del tempo che respiro pur non essendo completamente mio. Tocco con mano il mistero che avvolge l’ universo e l’intera umanità. Voglio raccontarvi ciò che mi capitò la notte di san Silvestro di qualche anno fa. Me ne stavo, silenzioso, a pregare, nella penombra della chiesa. Sull’Altare, incastonata in una croce di legno, troneggiava l’Ostia consacrata, il regalo più bello che Gesù volle fare all’umanità. L’Eucarestia: mistero immenso che in 20 secoli abbiamo sfiorato appena. Riflettevo. Contemplavo. Adoravo. Mi sentivo, come spesso mi accade, immensamente piccolo e incredibilmente grande. Sentivo passare sulla mia carne il tempo che non cessa di invecchiarmi. Tempo prezioso, prepotente, umile. Scorre una sola volta e non vuol saperne di tornare indietro.

Tempo bello, dignitoso e forte. Mancava poco allo scoccar della mezzanotte e già scoppiavano i petardi. Non ho mai capito perché la gente fa baccano la notte di Capodanno. Sarà forse per l’ancestrale paura del futuro ignoto, o forse chissaché. L’uomo, nella sua grandezza, rimane un enigma da decifrare. Magari – pensavo – vuole ingraziarsi l’anno nuovo con cui dovrà convivere. Il vecchio, non avendo più potere, già non gli interessa più. Povero anno stanco e malandato! Quanta ingratitudine deve assaporare. Mi fa paura l’uomo quando ragiona in questo modo. Quando si fa servile con i potenti e tiranno con i deboli; quando trascura l’essere e si rende schiavo dell’avere. Mi fa paura quando, pur di raggiungere un traguardo prefissato, calpesta amici e conoscenti. Quando si tura le orecchie per non sentire la voce di chi gli chiede aiuto. Come tutti i vecchi, anche l’anno che moriva mi faceva tenerezza. Decisi, allora, di rimanergli accanto e fargli compagnia. “Non te la prendere – gli sussurrai – sai bene come sono fatti gli uomini. Non siamo cattivi, no, ma solo un poco strani. Capaci di gesti grandiosi e di azioni meschine.

Ci inteneriamo per un gattino maltrattato e, magari, non ci accorgiamo di un bambino che piange per la fame. Tante persone, sai, sono veramente belle; altre, purtroppo, lo sono un po’ di meno. C’è chi si inchina davanti al debole e resiste al prepotente. E dà ragione solo a chi ha ragione, anche se non è suo amico. Persone stupende con le braccia lunghe per donare e sempre senza mani quando si tratta di arraffare. Purtroppo nel mondo c’è anche chi si schiera sempre col più forte e non capisce che l’autorità è servizio. Chi, per interessi personali, è capace di distruggere il creato e le creature”. “Grazie – mi disse il vecchio con un fil di voce – Poiché sei stato buono con me, ti svelerò un segreto. Promettimi, però, di non raccontarlo mai. Guardami, ti prego, in volto quando giunge mezzanotte”. Controllai l’orologio: mancavano pochi istanti. Il frastuono dei botti si faceva sempre più intenso e l’odore dello zolfo dei petardi penetrava in chiesa. Fissavo con attenzione il mio amico e a un tratto rimasi stupefatto: il vecchio si trasformò alla velocità del lampo. Agilissimo, gettò via la barba e la parrucca. Raddrizzò la schiena curva e divenne un giovanotto bello, alto e vigoroso. Poi scomparve. Non lo vidi più. In quel preciso istante milioni di persone presero a brindare, a cantare, ad abbracciarsi. Sembravano felici. Forse lo erano. Qualcuno piangeva dalla gioia. Era una scena stupenda da vedere. Compresi la lezione. Non ci sono anni vecchi da cacciare e nuovi da osannare.

È sempre lui, il tempo, che galoppa tra le stelle e viene a baciarci, donandoci e rubandoci la vita. È sempre lui che come un fiume corre veloce verso il Mare. E, per allontanare dagli uomini l’angoscia che li opprime, inventò la notte di san Silvestro e Capodanno. Tanti auguri, amici carissimi e preziosi. Per amor vostro vengo meno alla parola data e vi svelo ciò che non avreste dovuto sapere mai. Buon anno, compagni della più bella avventura che nessun genio al mondo avrebbe potuto immaginare mai. L’incredibile avventura della vita.

 

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