Un pentito tira in ballo l’ex sindaco Monopoli, sosia o scambio di persona?

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Non c’è pace per l’ex sindaco di Caivano Simone Monopoli dopo aver subito la sfiducia dei consiglieri comunali il 4 settembre 2017.

Dopo aver scritto le ‘sue’ verità nel libro ’27 mesi, una rivoluzione possibile’, l’ex primo cittadino è entrato nel vortice di tribunali e indagini.

Mentre è stato assolto nella vicenda della Corte dei Conti sulla mancata riscossione dei canoni del Parco Verde, resta ad oggi ancora l’unico politico incandidabile alle prossime elezioni, dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche.

Cronache aprile 2018

Il 23 ottobre scorso subì la perquisizione disposta dalla Dda di Napoli insieme ad altre quattro persone di Caivano.

Mentre questa settimana è sulle prime pagine dei giornali perchè riconosciuto da un collaboratore di giustizia, Gennaro Masi, al tavolo con un boss del Parco Verde. L’uomo ha confermato che non conosceva l’ex sindaco, ma di averlo riconosciuto da una foto, inoltre nel verbale si legge che si riserva di riferire altre cose sul suo conto.

La risposta di Monopoli su facebook

Apprendo dal quotidiano “ROMA” che tale Gennaro Masi, a me sconosciuto e definito dal giornale un super pentito, avrebbe riferito alle Autorità inquirenti di avermi visto a tavola – immagino voglia dire a pranzo oppure a cena – con tale Nicola Sautto, che si afferma nell’articolo essere un boss della camorra operante nella mia amata e disgraziata città, al servizio della quale negli anni scorsi, attraverso l’impegno politico-amministrativo, con onestà, passione e trasparenza, ho dato davvero tutto me stesso, consapevole che essere presenti là dove si decide la vita di tutti, come cittadini, può contribuire al bene comune.

Essere coinvolto, sia pure secondo un articolo di giornale, in un indagine di camorra, essere oggetto di un’illazione così gratuita ed infamante, mi addolora e mortifica ed infligge, a me, a mia moglie ed ai miei figli, una sofferenza che mai avrei potuto immaginare.

Ma tant’è!

Sapevo che l’impegno politico mi avrebbe potuto portare allo scontro con le forze dell’anti Stato e che il rapporto tra politica e malavita organizzata è certamente uno degli aspetti più inquietanti della storia delle forze politiche e delle istituzioni del nostro Paese e della nostra Città. Perciò, con prudenza e con schiena dritta, ho cercato dall’opposizione prima e dal governo della Città poi, di fare ogni cosa possibile per contrastare l’illegalità e affermare la supremazia della Legge, della efficienza e trasparenza amministrativa, scontrandomi ogni giorno con enormi difficoltà, specie con riguardo a chi non ha ancora compreso che ritardi, superficialità, scarsa professionalità, atteggiamenti equivoci, possono essere e sono il terreno fertile ove cresce la corruzione, le cattive influenze, la mala politica.

Oggi, quell’articolo, aggiunge un’altra pagina triste, oggi è un momento di sconforto.

Ma oggi è pure il giorno in cui, a voce alta, senza tentennamenti e senza paura, con tutta la forza che mi da’ l’aver vissuto nel rispetto degli altri, l’aver scelto una professione nobile e caritatevole, l’aver costruito, con l’amore di mia moglie, una famiglia bellissima, oggi io grido e affermo che sono un uomo perbene.

Questo signore, questo Gennaro Masi che dice – se è vero – di avermi visto con quest’altro signore, Nicola Sautto e che, poi, chiede di avere una mia fotografia per capire se mi conosce o meno; il giornale “ROMA” che dà risalto a questa affermazione concludendo che “inguaia l’ex sindaco”, a queste persone io dico “Temete l’ira dei giusti”!

In ogni sede, penale, civile ed amministrativa, tutelerò la mia persona, il mio onore, la mia correttezza, la mia rispettabilità, rincorrendo chiunque osi metterla in dubbio: non sono inguaiato, sono indignato e sereno.

Sereno perché so che chi indaga e chi giudica, vuole e sta costruendo, dal suo posto, un mondo migliore, una città migliore. Ed è proprio quello per cui io, Simone Monopoli, ho vissuto fino ad oggi”.

Sosia o scambio di persona?

L’ex sindaco si chiama fuori, quindi, da qualsiasi vicenda legata alla mala del Parco Verde. Il collaboratore di giustizia avrà confuso persona e vista una somiglianza con altro individuo o esiste un sosia dell’ex sindaco?

La magistratura prosegue nelle sue indagini. 

 

 

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