Le conseguenze psicologiche sulle vittime di Don Michele Barone

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L’arresto di Don Michele Barone, accusato di praticare rituali di esorcismo non autorizzato e di violenze sessuali ai danni di più donne, ha portato alla luce una questione molto delicata, il processo di vittimizzazione negato da parte della comunità. Un fenomeno evidente e lampante, ma spesso negato dall’opinione pubblica omertosa nei confronti delle autorità ecclesiastiche. Negli ambienti “settari”, dove il potere religioso assume valenze autoritarie agli antipodi del messaggio evangelico, il bigottismo e la credenza in rituali al limite del paranormale creano danni irreparabili.

Il disturbo di conversione

Il processo di vittimizzazione non è ascrivibile solo alle diverse azioni di violenza praticate da Don Michele Barone nei confronti della 13enne A.T., ma anche dalle continue sofferenze causate dalla famiglia d’origine.
Il disturbo di conversione nasce in seguito a dei traumi subiti in famiglia e perpetuati per un periodo abbastanza lungo. Si tratta di una forma di isteria (o conversione) che consiste nella presenza di sintomi simili a quelli di una malattia neurologica, causati in realtà da un conflitto psichico. Si parla di conversione proprio perché il dato psicologico si traduce, ovvero si converte, in una disabilità fisica che colpisce le funzioni motorie e sensitive. Accade che numerosi soggetti affetti da questa patologia possano perdere momentaneamente la parola, oppure non camminare più. Altri, mostrare un quadro clinico più complesso:

In questo caso, la vittima è in fase pre-adolescenziale e pur non potendo fare delle previsioni sulle sue condizioni psicologiche future, almeno possiamo ipotizzare un sistema alternativo di risoluzione, grazie all’intervento di esperti.

Intervista alla psicologa Dina Palazzo

Ho intervistato la psicologa Dina Palazzo, che lavora come consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che in questi giorni sta vagliando delle ipotesi, circa il percorso riabilitativo da mettere in atto a favore della salute psicofisica della vittima, T.A.

Le accuse parlano chiaro, sulle giovani venivano praticati dei medievali e brutali riti esorcisti, le cui modalità esecutive sfociavano in violenza sessuale aggravata, oltre ai maltrattamenti subiti in famiglia. Il quadro clinico pur essendo grave, non è definitivo.

La ragazza, in fase pre-adolescenziale, può ancora salvarsi. Durante quest’età, la personalità non è ancora formata del tutto e le forme di conversione potrebbero essere transitorie. Non è detto che debbano perpetuarsi all’infinito. Con una buona terapia cognitivo-comportamentale, un’assistenza continua da parte di un’equipe di esperti (come neuropsichiatri infantili, psicologi, medici) ed una possibile cura farmacologica, potrà migliorare le sue condizioni.

La terapia cognitivo-comportamentale

Si agisce sull’identità dell’adolescente, sugli schemi cognitivi errati, messi in atto proprio durante il periodo dei maltrattamenti subiti. Questi tipi di violenze nascono in famiglia e per le ragazze, l’identificazione con la madre diventa un imperativo categorico, che potrebbe risultare distruttivo, qualora questa figura risulti essere disfunzionale rispetto all’educazione e alla crescita emotiva della paziente.

Ancora si devono stabilire i capi d’accusa, le indagini procedono con cautela, ma possiamo sicuramente pensare a delle conseguenze gravose, se non si fosse intervenuti in tempo. Sostiene la dottoressa Dina Palazzo:

“Le vittime che subiscono tale mortificazioni possono riscontrare conseguenze indelebili, come depressione, bassa autostima, deliri, psicosi, allucinazioni, autolesionismo e cattiva immagine di se stesse. Il quadro clinico peggiora quando al disturbo di conversione, che è una conseguenza di un male più latente, si associa l’abuso sessuale.

Premesso che non si possa fare alcuna previsione di causa ed effetto davanti a situazioni così delicate, possiamo però informare i lettori su come si sviluppa la malattia. Eccessive ansie ed angosce vissute in famiglia possono condurre ad una simile patologia. Negli adolescenti molte forme grave di deliri e psicosi possono essere transitorie, non come gli adulti dove c’è la patologia cronicizzata e conclamata, perché la personalità è ancora in formazione. Il disturbo post traumatico da stress accompagnato ad altri tipi di disagi, come in questo caso l’abuso sessuale possono tradursi in disturbo di conversione. Le conseguenze traumatiche possono essere tante: crisi d’ identità, depressione, bassa autostima, rappresentazione di un falso sé in riferimento alle figure genitoriali interiorizzate, deliri o persecuzione.

Il punto è che questa ragazza, né lei e né la sorella, sono mai state accettate dalla loro famiglia. E il più delle volte, il processo di identificazione con la figura materna da parte delle ragazze, che avviene di solito durante l’adolescenza, risulta disfunzionale. A.T. dovrà essere seguita a 360 gradi, dovrà ricostruire da capo la sua identità cambiando gli schemi mentali circa se stessa, riguardo al rapporto con gli altri e il mondo esterno”.

Suggestione e plagio psicologico

Don Michele Barone generava nelle vittime la convinzione di essere possedute da spiriti “immondi”, sottoponendole a delle torture psico-fisiche e a delle condizioni di totale disumanità. Le donne dovevano subire dei rituali “purificatori” quotidiani con delle percosse, minacce ed ingiurie, costrette a sospendere il trattamento farmacologico e a nutrirsi per mesi, con flebo di glucosio e/o latte e biscotti.

Grazie al lavoro delle attività investigative, sono stati scoperti altri eventi drammatici a carico di Don Michele Barone.

Un altro caso di violenza sessuale aggravata, ai danni di S.F., la quale, sempre in virtù di una profonda manipolazione psicologica, è stata costretta a compiere e a subire atti sessuali, con la minaccia che, nell’ipotesi di rifiuto, sarebbe stata “punita” dalla Madonna, da San Michele e da altri angeli e santi.

Le indagini: modalità di ricerca

Le indagini sono state condotte dagli inquirenti attraverso la testimonianza di numerose persone informate sui fatti, l’acquisizione di una documentazione sanitari, di videofilmati – anche quelli utilizzati da Le Iene – e le intercettazioni telefoniche e ambientali.

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