Antonio Mascolo : il chitarrista caivanese protagonista di Scarlatti K.259

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Riportiamo integralmente un articolo su www.tio.ch dedicato al chitarrista caivanese Antonio Mascolo, il protagonista di “Scarlatti K.259”, il corto del regista Marco Tullio Giordana presentato a Locarno70 (Prefestival) con il lungometraggio “Due soldati”

Articolo integrale:

Trentacinque anni, di Caivano, in provincia di Napoli, dopo avere ottenuto il diploma nel 2001 – col massimo dei voti, lode e menzione speciale – al Conservatorio Statale di Musica di Benevento, Antonio Mascolo ha svolto (e svolge tuttora) un’intensissima attività concertistica – da solista, in gruppi cameristici e in formazioni jazzistiche -, che l’ha proiettato sui palcoscenici di tutto il mondo, portandolo a collezionare, nel contempo, numerosi premi e riconoscimenti. La prima collaborazione con Giordana risale a dieci anni fa, al 2007, per le musiche di “Sanguepazzo” (Italia, 2008).

La scorsa estate, negli istanti in cui il regista italiano si trovava in Campania per le riprese di “Due soldati”, tra le mura del Teatro di Corte della Reggia di Caserta, è venuto alla luce questo piccolo gioiello, di musica e di cinematografia, “Scarlatti K. 259”. «La mia passione per la musica – ci ha spiegato Giordana il giorno dopo la proiezione in Piazza Grande – mi ha portato a realizzare la pellicola pressoché immediatamente». Un cortometraggio, questo, che, secondo quanto ci ha anticipato il cineasta, potrebbe essere il primo episodio di una serie musicale: «È ciò che vorrei fare, in altri luoghi altrettanto nobili, allargandomi, magari, anche ad altri strumenti…».

Antonio, sembra che nei piani di Marco Tullio Giordana ci sia, a tutti gli effetti, questa serie di cortometraggi musicali… Sai già se ti rivedremo in un altro corto?

«Non ancora, ma spero di sì. Ne sarei onoratissimo. Devo confessarti che mi piacerebbe eseguire un’altra sonata di Scarlatti, la K.27, che, tra l’altro, amo particolarmente…».

Oppure?

«Oppure qualcosa di totalmente diverso, preso dal repertorio dell’Otto-Novecento della musica spagnola o del Sud America».

Raccontami ora di “Scarlatti K.259”: come è andata esattamente?

«Durante le riprese di “Due soldati”, Marco Tullio ha avuto modo di visitare il Teatro di Corte della Reggia di Caserta e, secondo quanto mi ha raccontato, l’idea alla base del corto è nata in quegli stessi istanti. Dopodiché, mi chiamò, invitandomi a cena per parlarmi del progetto… Pensavo avesse intenzione di girare dopo un mese o due, invece, mi chiese: “Per domani ce la fai?”».

E tu eri pronto?

«Non avevo nemmeno lo spartito… (ride) Me lo feci mandare immediatamente da un amico e mi preparai in 24 ore… Lo dico sempre, è stato un vero miracolo».

Come è nata l’amicizia con Giordana?

«Una decina di anni fa, in occasione di una commemorazione di Peppino Impastato in Sicilia, mio padre, sapendo che Marco Tullio è un grande appassionato di musica e di chitarra, gli diede la demo di quello che n

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