Don Patriciello da Taranto:’L’ambiente e l’uomo sono gemelli siamesi: se muore uno muore anche l’altro’

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don patriciello a taranto

E’ questa la pietra miliare dalla quale ha preso spunto la “Tre giorni di riflessioni”, sul tema “Fate quello che egli vi dirà”, organizzata dal consigliere regionale Gianni Liviano e dall’associazione “Le città che vogliamo” in collaborazione con “Argomenti 2000”, associazione che fa riferimento all’on. Ernesto Preziosi, già presidente nazionale di Azione cattolica a Taranto.

Tra gli ospiti anche Padre Maurizio Patriciello, che da anni porta in giro per l’Italia la testimonianza di un popolo che subisce passivamente l’inquinamento dei terreni e dell’aria.

Simbolo della battaglia condotta nella Terra dei Fuochi, per la rinascita del territorio avvelenato dai rifiuti tossici che ha provocato molte morti negli ultimi decenni, la morte non ha risparmiato nemmeno la sua famiglia: suo fratello, infatti, è morto per leucemia. E proprio per questa sua battaglia, don Maurizio Patriciello è stato oggetto di minacce da parte dei clan. Nella sua veste di parroco ha incontrato il boss Carmine Schiavone, uno dei responsabili dell’inquinamento, al quale, in un’accorata lettera, gli chiede, senza mezzi termini, “Dicci dove sono i veleni”.

Un abbraccio intero all’umanità…

E di fronte alle brutture della società contemporanea don Maurizio non può che dire: non abbiamo più vino o, peggio, crediamo di averne ma non è così. “Di qui il bisogno – sottolinea don Patriciello – di un abbraccio tenero, umano che faccia comprendere che la nostra certezza di avere ancora vino non è tale. Perché – prosegue – forse a molti conviene che ci sia questa certezza”.

E cita papa Francesco, “il più rivoluzionario dei rivoluzionari”, che nella sua enciclica “Laudato sii” esorta i cittadini a controllare il potere politico affinché emani norme, regolamenti, azioni tali da tutelare l’ambiente e contrastarne i tanti guasti prodotti dall’uomo.

Come nella Terra dei fuochi, un inferno dove si muore il 47 per cento in più che nel resto d’Italia, dove la gente ha paura: paura di perdere un figlio, se non ne ha già perso uno. “L’ambiente e l’uomo sono fratelli siamesi – sottolinea don Patriciello -. Se muore uno muore anche l’altro. I danni ambientali sono come un killer silenzioso, i cui effetti si vedono nel tempo e non nell’immediatezza, come può avvenire per un delitto del quale vediamo i corpi delle vittime riversi per terra”.

A far da contraltare c’è il mondo del volontariato, “che prende sovente schiaffi ma che continua imperterrito lungo la sua strada e che non deve – è il monito di don Maurizio – essere lasciata sola altrimenti diventa facile bersaglio. E il fango che viene gettato addosso un po’ alla volta e giorno dopo giorno è l’arma più tremenda che ci sia per annientare un individuo. Solamente un popolo può far cambiare idea a individui che per il proprio egoismo calpestano il bene comune. Il bene comune è prezioso almeno quanto il bene personale e di questo dobbiamo esserne consapevoli”.

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