Studentessa del “Morano” scrive al preside del liceo “Braucci”: non siamo violenti e pericolosi, se non è vero ce lo dimostri…

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Cara redazione del giornaledicaivano.it

Siamo gli studenti dell’I.S. Morano e specifichiamo che siamo quelli che le istituzioni hanno ingannato nel 2013, specifichiamo che non si deve dire di aver autorizzato indirizzi di studio senza aver preparato laboratori e spazi. Non si contano i sacrifici che ci sono stati chiesti per superare i danni che ci hanno causato le istituzioni per problemi politici, di fazioni e di altro che a noi non interessa. Abbiamo chi ogni giorno ci dice:” bisogna essere corretti… Bisogna rispettare le norme… Bisogna aiutare chi ha più problemi di noi… Non bisogna sciupare le risorse dello Stato” e noi l’abbiamo fatto. 

Abbiamo ospitato le classi del liceo Braucci dal 2013 e non abbiamo mai litigato tra noi, non abbiamo mai fatto cose di cui vergognarci questo ve lo possiamo dire ad alta voce anzi, sono nati degli amori con sguardi dalle finestre. Noi ci sentiamo uguali a quelli del liceo, ci siamo fortemente offesi quando sentiamo dire che è una sofferenza andare nel palazzo del Parco Verde. Ci sentiamo offesi quando dicono che ci sono alunni del liceo “menti pensanti” ragazzi “violenti, pericolosi e prepotenti”; noi del “Morano”,  queste sono dichiarazioni del Dirigente scolastico. 

Caro preside del liceo Braucci ci dica in quale giorno abbiamo dato fastidio ai nostri compagni del liceo. Caro preside nella società servono cuochi, albergatori, hostess, intellettuali e quindi per favore smettiamola di considerarci “violenti e pericolosi”. Il giorno 8 ottobre abbiamo manifestato perché eravamo stanchi di sentire la musica di tutti i giorni della nostra preside: “non vi preoccupate stimo risolvendo, troveremo le soluzioni…”.

Noi siamo abituati agli impegni che la nostra preside ma siamo stanchi di aspettare i politici che giocano sul nostro futuro. Non avevamo nulla e oggi che possiamo esercitarci, la Città Metropolitana vuole altri sacrifici da noi. Caro preside del liceo Braucci io credo che il nostro nemico è la Città Metropolitana… che non è attenta alle esigenze degli studenti…

Vi specifichiamo che lunedì 10 ottobre la nostra preside ci ha subito ripresi e facciamo presente che noi non abbiamo mai vietato l’ingresso nelle classi. 

Vi diciamo anche che qui qualcuno è senza sedie, banchi e senza aule e purtroppo oggi quelli siamo sempre noi, stiamo scrivendo nella sala cucina. Siamo chiusi in una condizione di non sicurezza. Per favore smettetela tutti di classificare gli studenti di serie A e serie B e smettetela che siamo studenti “violenti e prepotenti” verso altri compagni ai quali diciamo che tutti siamo stati ingannati!

Dalila Ponticelli

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Francesco Celiento, giornalista dal 1997, diventa pubblicista a soli 22 anni scrivendo il suo primo articolo nel 1992. Inizia a collaborare con quotidiani come "Il Giornale di Napoli" "Il Roma", "Cronache di Napoli" come corrispondente locale di cronaca nera, bianca e sport. Può vantare diverse collaborazioni nel corso della sua carriera, con i giornali: "Napoli Metropoli", "Ideacittà", "Cogito", "Non solo sport", "Freepress", "L'orizzonte", "Città del fare News". Ha lavorato come addetto stampa del comune di Caivano (2004) e di Frattamaggiore (2006); si è inoltre occupato di rassegne stampa nel mondo della moda e dei concorsi di bellezza (Miss Italia, Miss Mondo). Collabora con il Giornale di Caivano dal 2015, anno in cui insieme a Pasquale Gallo, ha fondato il blog. Da pochi mesi è addetto stampa dell'osservatorio per la legalità di Scampia. Ha avuto diversi riconoscimenti alla carriera, come il Premio Giornalistico "Don Gaetano Capasso" e la menzione speciale, come giornalista locale, per il Premio Eccellenze di Caivano nel 2017.

1 COMMENT

  1. Il preside del Liceo Braucci risponde alla studentessa del Morano.
    Carissima Dalila,
    solo ora apprendo della tua lettera e ti dico subito che, come te, anche io mi sarei offeso per quelle parole che hai riportato. Ti dico subito anche che ho sempre odiato le falsità e chi le promulga, ho invece sempre avuto una passione per la verità e per chi si impegna per la sua diffusione. Per questa ragione forse faccio l’educatore e vivo tra i giovani da trenta anni.
    Con rammarico noto che nel nostro contesto c’è chi si impegna a mettere in bocca agli altri frasi per mescolare nel torbido, quasi si diverta a generare contrapposizioni, conflitti, tensioni. Ma tant’è!
    Vorrei tanto conoscerti di persona, per guardarci negli occhi e capire insieme perché nella nostra realtà territoriale non riusciamo a difendere e promuovere la verità, sempre e ad ogni costo.
    Ti aspetto, sarà l’occasione anche per farti leggere le mie tante lettere inviate alla Città metropolitana per sostenere la nascita del tuo indirizzo di studio e per le aule che mancano per te e per i miei studenti, nonché tuoi amici.
    Il preside Giovanni La Montagna

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