Marcianise – Come si legge dalle pagine on line de Il Mattino, la famiglia che vive nel velodromo ha le ore contate, ma la storia è davvero drammatica. Sono in dodici sotto il tetto del velodromo. Tutti insieme abusivamente. La vedova del custode, i loro figli, i figli di lei e i nipoti, e la sorella con un bambino di cinque anni. «Vivo con 400 euro, la pensione di reversibilità di mio marito, dove posso andare?», dice Anna Maria Cinotti, veste a lutto, al collo la medaglietta con la foto del marito, Francesco Esposito detto «il caivanese», perché veniva dal Parco Verde, Caivano.
«Dove possiamo mai andare?» si chiede la Cinotti, titolare di un locale che non spetterebbe più né e lei né ai suoi figli, tantomeno alla sorella. Ovunque, secondo il Municipio di Marcianise, ma non nel velodromo abbandonato che presto nascerà a nuova vita: l’accordo tra il Comune e la Federazione Italiana Ciclistica è ormai cosa fatta. Manca il passo finale: sgomberare le aree sottostanti la struttura. La famiglia Esposito, però, non sembra disposta a mollare. La vedova dell’Lsu che è stato custode della struttura per una decina d’anni afferma addirittura che neanche sapeva «che per stare qui c’era da pagare un canone».
Nel sopralluogo fatto ad inizio settimana è stata trovata anche una grande piscina, che la famiglia utilizzava in questa calda estate, ma poi in due giorni è stata smontata immediatamente.