Nell’inchiesta che ha portato all’arresto di 17 persone e che vede protagonista la cosca egemone ad Isola di Capo Rizzuto, è venuta fuori anche un’intesa con la camorra che il boss ndranghetino Pasquale Manfredi avrebbe trovato in carcere.
L’indagato ha prospettato ai suoi familiari collaborazioni con la cosca che controllava il Parco Verde di Caivano per la vendita del cocco in spiaggia, dichiarando di voler affidarne la logistica a Luigi Masciari, che avrebbe avuto il compito di mettere al servizio di quattro famiglie napoletane, un capannone dove stoccare e rompere il frutto.
Nelle idee di Manfredi la ‘partnership’ avrebbe dovuto allargarsi anche al settore dei carburanti, della raccolta differenziata, del narcotraffico, perché, si legge nell’ordinanza, gli esponenti del cartello di Caivano erano in grado di movimentare 30-40 kg di cocaina al mese”.
Oltre a Pasquale Manfredi (già detenuto) e Luigi Masciari, sono stati destinatari dell’ordinanza di custudia cautelare in carcere, firmata dal gip del tribunale di Catanzaro, anche Antonino Francesco Arena, Antonia Arena, Antonio Arena, Antonio Bruno, Antonio Giardino, Carlo Alberto Savoia, Antonio Viola, Marilena Manfredi, Antonio Masciari, Francesco Masciari, Domenico Megna, Mario Megna, Luigi Morelli e Pasquale Morelli.