Quest’anno per “Casa Sanremo Writers” è stato selezionato anche il libro «Di un’altra voce sarà la paura» scritto da Yuleisy Cruz Lezcano, che la stessa autrice presenterà, il 10 febbraio 2025, a Sanremo. Di seguito le dichiarazioni di Yuleisy Cruz Lezcano:
“Porto il mio libro «Di un’altra voce sarà la paura» al Palafiori di Sanremo, per raccontare storie vere di violenza sulle donne in chiave poetica, per parlare di fragilità, di relazioni equilibrate, di valori distorti ma anche di rinascita e forza attraverso la ricerca della immagine corporea dopo il trauma da stupro, dell’integrità perduta… Raccontare le fragilità di chi subisce violenze e non ha voce per farlo, attraverso la poesia”.
L’autrice, infatti, racconta di essere stata colpita dalle vicende che hanno interessato le due cuginette di Caivano e di aver scritto per loro una poesia, presente nel libro “Di un’altra voce sarò la paura”.
“Sono Dottoressa in scienze biologica e in scienze infermieristiche e ostetricia, adottata da Bologna, e nella vetrina di Casa Sanremo Writers 2025 porterò la mia poesia ma anche le mie conoscenze sul fenomeno. «Di un’altra voce sarà la paura» è un libro potente e credo sia necessario. Al suo interno raccoglie storie vere e parla di dolore, di trauma, ma anche di tanto altro. E’ una raccolta di poesie che presenta la vita delle donne messe all’angolo, abbandonate anche da coloro che avrebbero dovuto proteggerle”.
Stupro a Caivano
Mentre davo forma a questi versi
con l’acqua rotta che cade
dal cielo, due bambine indifese
crescevano nel mio pensiero
come un mondo sommerso
di infanzia impermeabilizzata
per un sentimento di perdita,
con sapore di suicidio che fiorisce
su un buco nero.
Dal dolore e il suo impero,
si ascoltano i lamenti
dalle baraccopoli di una Napoli
giungla dominante fiorita a immenso
fiato per mafia e criminalità, dove l’infanzia
e la sua ingenuità sono un vaso
che si lascia servire da cumuli
di immondizia di perturbante
malcostume, che non perde
l’abitudine di riempire la cronaca
nera dalle burla delle tenebre
che fanno di fanciulle «cose»
pasti di carne dove si spengono
morsicate di sigarette di delinquenti
provetti, che le violentano
e le lasciano vive,
solo per pena.
Il tema della prima parte della raccolta è la violenza esercitata nel modo più brutale, quasi demoniaco sul corpo della donna. Poi diventa stupro eseguito dal branco, dal quale prende forma un grido universale lacerante. Poi ci sono le ferite dei corpi desiderosi di fingersi morti, con la loro anima calpestata.
Nella seconda parte della raccolta la donna è resa indifferente alla vita, spossessata dal proprio corpo e vittima di una sorta di dissociazione, di distacco da sé, di estraneità e con una percezione irreale del mondo esterno, con comportamenti caratteristici che derivano dal trauma di stupro.
Alla fine però la vita si apre, nell’ultima parte si ha un ritorno all’infanzia, amata e perduta, un ritorno alle radici.
Le figure retoriche sono molto presenti all’interno del libro, è un libro ricco di metafore che rinviano sempre a un mondo crudo, a un mondo che però cerco di materializzare, rendere corporeo, con la ricerca di immagini vive della violenza. Per fare ciò mi è stato molto utile la mia attenzione e il mio studio della prossemica delle donne che mi hanno raccontato la violenza subita: esiste un tipico posizionamento del corpo quando si è subìto un trauma come quello da stupro, capace di comunicare messaggi non verbali, trasmettere emozioni e interazioni.”
Appuntamento a San Remo per questo incontro con l’emozione e l’impegno sociale, evento trasmesso sui social.