Nell’udienza davanti al Gup si è consumata l’ultima fase dell’inchiesta avviata dalla Procura Antimafia di Napoli nei confronti di esponenti della camorra locale e di amministratori, politici e tecnici del comune di Caivano.
Sulla base delle prove raccolte dall’autorità giudiziaria, il Gup ha accolto in pieno l’accusa della Procura.
Dei 25 imputati dell’inchiesta, 23 andranno a giudizio, mentre gli imprenditori Giuseppe Bernardo e Antonio Ambrosio hanno scelto di patteggiare rimediando rispettivamente 2 anni e 8 mesi e 3 anni. Entrambi non andranno in carcere, ma beneficeranno di pene alternative secondo quanto stabilirà l’ufficio di sorveglianza a cui è stato demandato individuare le misure alternative.
Il 20 novembre inizierà il processo con rito ordinario per gli imputati che hanno scelto di difendersi dalle accuse, anche quelle dei vari pentiti e soprattutto delle rivelazioni dell’ex assessore ai lavori pubblici Carmine Peluso, vera gola profonda che ha svelato i legami e i rapporti fra camorra locale e pezzi della politica caivanese e funzionari del comune. Hanno scelto questo rito: Amico Domenico, Amico Michela, Coppetta, Della Rocca, Falco, Peluso Francesco, Peluso Teresa, Ponticelli Gaetano e Zampella Vincenzo.
Hanno ottenuto il rito abbreviato tutti gli altri imputati: Alibrico G.B., Angelino Antonio, Angelino Gaetano, Bervicato Raffaele, Celiento Domenico, Celiento Vincenzo, Cipolletti Giovanni, Della Gatta Domenico, Galdiero (condizionato rigettato), Lionelli Raffele, Natale Angelo (condizionato rigettato), Peluso Carmine,, Pezzella Martino, Volpicelli Massimiliano. A questi in caso di condanna ci sarà una riduzione di 1/3 della pena rispetto alla richiesta della pubblica accusa.
Martedì 1 ottobre doveva iniziare il processo per questi ultimi, ma è stato tutto rinviato a novembre, con molta probabilità, però, si riuscirà ad avere la prima sentenza per fine anno.
Tempi più lunghi per gli imputati che hanno scelto il rito normale che dovranno provare la loro innocenza a fronte delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che andranno verificate e riscontrate dal collegio giudicante.
Gli arresti per droga e le parole di Gratteri
Martedì primo ottobre c’è stato l’ennesimo blitz dei carabinieri sul territorio di Caivano, l’azione ha prodotto oltre 60 arresti, alcuni già in carcere, smantellando decine piazze di spaccio e consegnando alla giustizia molti capi delle organizzazioni locali.
Il «grande salto di qualità investigativo» secondo Gratteri è arrivato a ottobre 2023 con l’inchiesta sugli appalti, che ha dimostrato – sono parole del procuratore – «l’interazione tra appartenenti al Comune di Caivano, che si accordavano con gli imprenditori per pilotare gli appalti, mentre la camorra prendeva la tangente da chi se li aggiudicava. L’amministrazione era molto compromessa e grazie a queste indagini è arrivato lo scioglimento».
Il Procuratore indirettamente specifica il rapporto tra la politica locale e la malavita aprendo per il futuro ancora nuovi scenari agli attori della politica che affollavano le stanze del municipio.
La nuova inchiesta dei carabinieri di Castello di Cisterna
Nel frattempo i carabinieri di Castello di Cisterna hanno prodotto una nuova informativa, composta da 199 pagine, fornendo, secondo le indagini prodotte ulteriori elementi probatori e di nuovi reati perpetrati ai danni della Pubblica Amministrazione (così si legge a pag.1), permettendo di evidenziare profili di responsabilità a carico di 10 soggetti non ancora formalmente iscritti nel registro degli indagati.
Fra questi risultano, secondo i carabinieri di Castello di Cisterna, l’ex presidente del consiglio comunale di Caivano, Francesco Emione e l’ex funzionario Domenico Zippo.
Ora spetterà ai giudici verificare il nuovo procedimento penale (26409/2021) e decidere se i nuovi indagati per la Legione Carabinieri Campania di Castello di Cisterna dovranno essere inseriti nel registro degli indagati, del processo già in atto o di uno nuovo, o saranno informazioni poco rilevanti per il processo.
Mentre la giustizia segue il suo corso, i reduci della vecchia politica tentano di sopravvivere
Il prossimo 10 ottobre sarà passato un anno dallo scandalo al comune di Caivano, gli arresti al comune, lo scioglimento per infiltrazione camorristica e la vergogna per il secondo scioglimento consecutivo.
Ad oggi i politici di maggioranza, non indagati (almeno per ora), non hanno pubblicamente chiesto scusa alla cittadinanza. Perché anche chi era in quella maggioranza e mestamente non comprendeva cosa accadeva ha dimostrato grande incapacità amministrativa e poteva e doveva chiedere scusa.
L’ex sindaco Falco, sciolto per infiltrazione camorristica, pare che non abbia mai compreso cosa accadeva sotto la sua amministrazione. Gli assessori erano nominati da lui, anche qualche funzionario per brevi periodi.
Nella nuova informativa dei carabinieri di Castello di Cisterna vengono elencate tre intercettazioni utili alle indagini da parte dell’ex sindaco Enzo Falco, uno ambientale nella propria auto, due telefoniche su due sue utenze.
Gli inquirenti scrissero: “il quadro, desolante, sin qui delineato, evidenzia come il sindaco di Caivano, Falco Vincenzo, non potesse di certo ignorare il ruolo che la criminalità organizzata locale aveva instaurato con esponenti della sua amministrazione, il grado di ingerenza nella stessa amministrazione e quali pressioni stesse svolgendo in danno di imprese aggiudicatarie di pubblici appalti assegnati dall’ente locale da egli amministrato”.
Cosa è accaduto dopo 12 mesi? L’ex sindaco Falco, sciolto per infiltrazione camorristica, propone presso la propria associazione una scuola di formazione politica.
Le contraddizioni di Caivano potranno essere annientate solo dalla giustizia e dal Procuratore Gratteri, per i colpevoli…si intende, che dovrà fare tabula rasa di chi ha amministrato il comune di Caivano negli ultimi anni producendo solo danni e favorito la malavita locale… in attesa della lista degli incandidabili.