Inchiesta sulle tangenti al comune di Caivano. Riflessioni e speranze!

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La notifica agli interessati della conclusione delle indagini della Procura della Repubblica sul malaffare al comune e la dichiarazione della stretta collaborazione tra alcuni rappresentanti istituzionali e camorra locale, ormai ha squarciato il velo di Maia che avvolgeva nel segreto di pulcinella su quanto avveniva nel chiuso delle segrete stanze del potere locale.

Le tante ammissioni dei pentiti e le prove accumulatesi con le intercettazioni ambientali predisposte dagli organi inquirenti lasciano poco spazio a possibili dubbi. Alle persone oneste, pensose dell’avvenire del proprio paese interessa poco l’entità delle pene inflitte ai possibili condannati che è compito della magistratura giudicante.

Invece interessa di più la ricerca delle responsabilità politiche del degrado che ha colpito Caivano, che una volta era un’isola felice nella vecchia e compianta terra di lavoro. Quindi, più che i vari patteggiamenti, riti ordinari e riti abbreviati gli uomini perbene vogliono sapere quale partito politico più di tutti si è reso responsabile di tale disastro amministrativo e condannarlo nel chiuso della propria coscienza.

Io credo che più che di un partito, si è trattato di un modo di far politica che spesso ho indicato con il termine bassolinismo. A riprova di ciò mi piace far rilevare come ancora oggi nel PD militano persone degne di rispetto come Franco Marzano, attuale segretario politico della sezione e ancor di più il compagno Domenico Bervicato, uomo fedele ai suoi ideali di giustizia sociale e lotta al fascismo di ritorno.

Purtroppo però, non posso dimenticare  che la vittoria elettorale di Enzo Falco fu il frutto avvelenato di un sostanziale rifiuto di un necessario rinnovamento e cambiamento di rotta proposto dalla fuoruscita dal Pd di Antonio Angelino e i suoi seguaci. Insomma la politica delle mani pulite non fu accolta e il bassololinismo di Semplice e compagni la fece da padrone, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Cui prodest tutto ciò? Non certo ai caivanesi e tanto meno a quanti vogliono lavorare per la salvezza dal degrado di Caivano. Oggi serve una nuova alleanza che senza pregiudizi ideologici sappia collaborare con il commissario governativo Fabio Ciciliano da poco confermato per i suoi indubbi meriti e successi conseguiti sul campo.

Ciò formalizzerebbe una sorta di nuova frontiera e nuova alleanza per il progresso che farebbe rinascere la speranza nei tanti cittadini che vogliono una pace sociale e non scontri ideologici dettati da un superato e inutile spirito di rivincita destinato a essere sconfitto dagli elettori.

Io credo e spero  che punto di riferimento in questo nuovo corso debba essere Caivano Conta e il suo leader Antonio Angelino che prima di tutti ha avuto il coraggio di battersi per una politica nuova e rinnovata. Sarà possibile tutto ciò?  Io credo di si, soprattutto se Antonio Angelino potrà godere del sostegno di tutte le forze politiche e consiglieri comunali  che sfiduciarono Enzo Falco e il malaffare di alcuni membri della sua giunta.

Perciò ad maiora semper  direbbero i latini!

 

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