Sale l’attesa per il processo Caivano, intrecci tra politica, tecnici e camorra dove sono 25 gli indagati. E’ stata fissata per il 10 luglio, presso il Tribunale di Napoli l’udienza preliminare dove la pubblica accusa ricostruirà l’intera vicenda precisando per ogni imputato il ruolo e il capo di imputazione.
Nel corso dell’udienza davanti al Gup i singoli imputati, attraverso i loro legali, dovranno decidere se scegliere il rito abbreviato oppure ricorrere ai riti alternativi (patteggiamento o rito abbreviato)
Nell’inchiesta condotta dalla DDA di Napoli oltre al collaboratore di giustizia, l’ex assessore Carmine Peluso, vi è anche Massimiliano Volpicelli, il primo a raccontare cosa avveniva a Caivano, già nel dicembre del 2023.
Prima di approffondire le dichiarazioni del pentito Massimiliano Volpicelli c’è da evidenziare alcuni punti delle dichiarazioni del pentito, ex assessore Carmine Peluso, di cui già abbiamo pubblicato tre puntate.
Nei verbali degli interrogatori dei tre pentiti, il terzo è Bervicato a cui dedicheremo l’ultima puntata, molte pagine sono oscurate e tante non rese pubbliche. A processo ci saranno 25 soggetti, ma in queste pagine e ancor più approffonditamente negli appunti scritti di suo pugno, Carmine Peluso nomina tanti altri, tra politici, tecnici, imprenditori e dirigenti comunali.
Due punti che potranno aprire un nuovo filone sono legati ai permessi edilizi e al blocco del ridimensionamento scolastico alla preside Peluso. Sotto l’occhio d’ingrandimento c’è quel che accadeva negli uffici di Pascarola (dove esiste anche una nota protocollata dall’ex consigliere De Lucia) e il notevole numero di pratiche passate proprio per quell’ufficio a firma di Martino Pezzella (ora in carcere), oltre a quello che dichiara sempre Peluso rispetto all’ex presidente del consiglio Emione. Il pentito racconta delle cifre e delle ditte che pagavano, una delle quali che portò la ‘mazzetta’ presso lo studio tecnico di Francesco Emione.
Come già hanno scritto da tante testate l’assessore Pierina Ariemma voleva togliere il plesso di Pascarola alla preside Peluso per concederlo al preside Perna, dopo richiesta scritta dello stesso in richiesta di un equilibrio numerico di studenti (come racconta il pentito Peluso), intervenne la camorra per scongiurare ciò tanto da scomodare l’ex presidente del consiglio comunale Emione che si recò personalmente dal boss Angelino (sempre dalle dichiarazioni di Carmine Peluso).
Inoltre nelle dichiarazioni non ci sono ancora approfondimenti alla questione rifiuti e al cimitero.
Lo stesso ex assessore di suo pungno tira in ballo nomi e argomenti: più volte il tecnico Zampella per vari lavori, il sindaco Falco, la dirigente Damiano, Lanzetta per l’ufficio ambiente. Tanta carne a fuoco che potrebbe portare a tanto altro ancora, ma ora passiamo alle dichiarazioni del pentito Volpicelli.
Volpicelli era un affiliato al clan Angelino che girava per estorcere e ritirare le richieste economiche per il clan. In due deposizioni all’autorità giudiziaria spiega in modo preciso i rapporti fra politica e rappresentanti comunali.
Il pentito Volpicelli parla chiaramente di Gaetano Ponticelli, Arcangelo Della Rocca, Carmine Peluso e Alibrico detto Giamante, tutte dichiarazioni che comunque dovranno essere confermate o respinte nel prossimo processo.
Gli affari del clan col comune
Il pentito dichiara, secondo il suo parere e la sua esperienza, come avveniva la prima fase di richiesta estorsiva. In un incontro ‘So che dovevano parlare di affari e di soldi perchè Angelino quando doveva parlare di questio argomenti chiamava Ponticelli, o Peluso e Giamante.
Peluso in particolare era colui che decideva chi doveva prendere i lavori al comune. Il Ponticelli aveva il compito di comunicare ad Angelino la ditta a cui erano affidati i lavori. So per certo che Ponticelli si è incontrato per quei motivi con Gaetano e Antonio Angelino almeno due tre volte.
Gli incontri avvenivano alla concessionaria di Angelino sulla strada che porta a Pascarola. Nello stesso posto veniva per incontri sia Peluso che Giamante. Ponticelli non prendeva soldi dalle estorsioni, ma dalle ditte.
Il famoso schiaffo all’ex consigliere Della Rocca
Conosco Arcangelo Della Rocca – è sempre il pentito Volpicelli che racconta – una volta Giamante è andato da Tibiuccio (il boss Angelino) a riferigli che Della Rocca non voleva firmare qualche atto al comune, e lo stesso mi incaricò di picchiare Della Rocca. Io non volvevo, ma fui costretto e insieme a Cipoletti (ora in carcere) ci recammo a casa Della Rocca e lo trovammo insieme e a Michele Gaglione, io gli diedi uno schiaffo.
Cipolletti, poi, mi raccontò che Della Rocca andò da Giamante e penso che poi questi l’abbia portato dal boss Angelino. Non so se dopo questo episodio il Della Rocca abbia firmato l’atto che gli era stato richiesto.
Il pentito parla di Peluso e Giamante
Conosco personalemnte Carmine Peluso e Giamante i quali erano i responsabili del comune che avevano rapporti e d’accordo col boss Angelino.
Io mi limitavo ad andare sui cantieri a fare le estorsioni con Cipolletti. Ho partecipato ad una riunione per eviatare di far picchiare Carmine Peluso, faceva tutto Angelino che prendeva tutti i soldi delle estorsioni.
Peluso ci indicava i cantieri doveva stavano facendo i lavori per conto del comune e gli imprenditori ci avrebbero pagato, lui non prendeva soldi da me o Cipolletti, ma ritirava soldi direttamente dagli imprenditori e li consegnava ad Angelino il quale gli riconosceva una ‘mazzetta’, ma non so come veniva calcolata.