Quando a Caivano, a seguito dello scioglimento da parte del governo del consiglio comunale, fu fatta la nomina dei commissari da parte del Prefetto, fui contento. Serviva il decorso di un tempo maggiore per la celebrazione delle elezioni da utilizzare per produrre una maggiore attenzione per i mali del paese e far crescere una nuova classe dirigente onesta e capace che sostituisse persone sbiadite e ormai condannate senza appello dalla pubblica opinione.
Io credevo che, nelle more del tempo che passava in maniera implacabile, i commissari nel solco tracciato dal bravissimo Fabio Ciciliano avrebbero risolto molti problemi. Invece, la dura realtà, che è davanti ai poveri caivanesi, dice il contrario. Infatti, mentre il commissario governativo apriva nuove vie di sviluppo con l’apertura di un asilo nido e spazi di vivibilità ed integrazione che permettevano non solo il ristoro dei frequentatori degli stessi, ma anche un prezioso sostegno alle iniziative de ”il mondo che verrà” che ha bisogno di tutto per contrastare le tante disabilità che affliggono tanto, molti dei nostri concittadini.
Purtroppo il grido di dolore dell’opinione pubblica è stato raccolto solo dal già citato Ciciliano, mentre al contrario i commissari prefettizi si sono distinti per il loro silenzio e il dormire sonni tranquilli. Quindi, c’è stato non solo un colpevole silenzio, ma anche una dormita solenne che non lascia spazio alla speranza di una prossima rinascita di Caivano.
Gli spazi verdi restano abbandonati e le allergie non contrastate la fanno da padrone. Nessuno sfalcio delle erbe incolte, anche se nel frattempo c’è stata la stabilizzazione degli LSU e non nessun intervento sulle strade che ormai sembrano più piste per il ciclo cross che vie percorribili con i mezzi di trasporto normali. Il tutto senza nessun controllo della polizia municipale che è stata potenziata con nuove assunzioni, chi per forza di cose deve percorrere tali strade colabrodo sa che è necessario mettere a rischio le gomme, le sospensioni e i relativi ammortizzatori della propria vettura e qualche volta anche la propria incolumità personale.
Allora che fare? Meglio sarebbe che i citati dormienti si dimettessero e lasciassero che altri potessero fare quello che loro hanno dimostrato di non sapere o voler fare. Io non capisco come tale stato comatoso a Caivano potesse durare tanto e far nascere un prevedibile contenzioso che potrebbe svuotare le casse comunali facendo abortire qualsiasi speranza di ripresa.
Si aspetta la fine delle indagini già concluse per fare qualcosa? O, come affermato dal segretario del locale PD, aspettare la celebrazione del terzo grado di giudizio sugli inquisiti prossimi e eventualmente venturi per conoscere la linea politica del partito sul malaffare che ha tanto danneggiato il paese? Insomma solo tra quattro o cinque anni il PD dirà la sua sul tracollo della giunta Falco?
Insomma si aspettano le calende greche, che non arrivano mai, per sfuggire a responsabilità gravi e non sempre incolpevoli, Meglio affidarsi all’opera di altre formazioni politiche che già nel passato hanno seguito strade diverse abbandonando un partito ormai in grave crisi d’identità.
Penso a Peppe Crispino e alla sua intransigenza morale e rimpiango i tempi passati fatti di confronti sulle cose e senza pregiudizi. Purtroppo ormai la politica non è più la stessa e gli scalatori sociali sono dietro l’angolo e vanno alla ricerca di una credibilità ormai perduta. Insomma, bisogna affidarsi a chi ha già dimostrato di saper gestire il proprio avvenire e quello della propria famiglia senza affanni e compromessi. Solo così, a breve si potrà affermare che Caivano conta.