“Crediamo nella non Violenza”. Insieme si può vincere la battaglia per la legalità. All’istituto superiore “Sandro Pertini” di Afragola, presieduto dalla professoressa Adele Mormile, si sono ritrovate fianco a fianco Daniela Di Maggio, mamma di Giovanbattista Cutolo, il 17enne musicista ammazzato a Napoli il 31 agosto 2023, per difendere un amico da un’aggressione feroce e ingiustificata, e Maria Luisa Iavarone, mamma di Arturo Puoti, coetaneo di Giogiò, accoltellato, sempre a Napoli, e ridotto in fin di vita il 18 dicembre 2017.
Arturo, preso di mira da una baby gang, fu ferito gravemente alla gola e lasciato in una pozza di sangue, rischiando di morire. Le due mamme coraggio, Daniela (terapista cognitivo comportamentale, counselor e logopedista), e Maria Luisa (ordinaria di pedagogia sperimentale Università Parthenope), hanno partecipato all’incontro sulla legalità, organizzato dall’istituto afragolese con l’obiettivo di diffondere tra i giovani la cultura della legalità, della cittadinanza e dell’educazione alla convivenza civile.
Al forum, moderato dal giornalista Franco Buononato, oltre alla dirigente scolastica Adele Mormile, sono intervenuti anche don Maurizio Patriciello, il sindaco di Afragola, Antonio Pannone, e il vice questore Gian Vito Zazo (dirigente del locale commissariato di polizia di stato).
“Le Istituzioni sono chiamate, per prime, a dare esempio di collaborazione e responsabilità, di unione nel servizio al bene comune”. Così la preside Mormile, che, nel suo intervento, ha voluto ricordare le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Si è liberi – ha aggiunto il capo d’istituto – quando si può esercitare pienamente la legalità”.
“Giogiò – ha detto Di Maggio – è morto perchè ha praticato l’amore nei confronti di un amico, mentre nel linguaggio del suo killer l’amore non esiste, ma c’è solo percolato. Il giudice ha scritto la storia condannandolo a 20 anni di carcere, perchè dopo aver trucidato mio figlio è andato a giocare a poker e ora può continuare a giocare a carte”.
Poi ha aggiunto. “Voi giovani la mattina dovete uscire con in tasca la foto di Giogiò e seguire il suo animo nobile, non con un ferro, come ha fatto, invece, il suo omicida. Mio figlio non ha esitato un attimo per difendere il suo amico”.
Don Patriciello ha ricordato le vittime della terra dei fuochi, causate da patologie tumorali dovute allo smaltimento illecito di rifiuti tossici che hanno “inquinato sia l’aria che le falde acquifere. Dopo dieci anni dalle nostre segnalazioni, l’istituto superiore della sanità ci ha dato ragione, confermando che dove l’aria è inquinata ci si ammala e si muore di più. Il camorrista è un prepotente e, pertanto, dobbiamo schierarci sempre dalla parte della legalità”.
“La cultura rende liberi – ha detto Iavarone – Arturo è stato aggredito senza alcun motivo con 14 coltellate, che hanno vilipeso il suo corpo di ragazzo, mentre camminava libero per la città. Si può scegliere da che parte stare e noi dobbiamo stare dalla parte di coloro che non vogliono stare in silenzio, perchè il crimine ci rende meno liberi. Dobbiamo ribellarci a quel silenzio che ci rende schiavi di un sistema che ci vuole sudditi. Per fortuna viviamo in uno Stato democratico, dove è possibile l’esercizio della libertà, l’esercizio al cambiamento e ad una vita migliore per tutti”.
“E’ necessario contrastare il bullismo – ha rimarcato il vice questore Zazo – perché questo si trasforma in arroganza e poi diventa camorra. Quando succede qualcosa in classe, se c’è un ragazzo in difficoltà, bisogna avere il coraggio di intervenire e non girarsi dall’altra parte. Il bullismo ha la stessa radice della camorra”.
“Vogliamo dare ai giovani una testimonianza di legalità nel nome di Giogiò – ha concluso il sindaco Pannone – un alfiere, un traduttore del messaggio universale della musica, che ci insegna ad accogliere e integrare”. Nel corso della manifestazione alunni e alunne hanno esposto striscioni contro le mafie, esibendosi in suggestivi canti e balli.