Si sono svolte senza criticità, ieri mattina, le operazioni per la liberazione di un ulteriore immobile sul territorio di Caivano, già confiscato in via definitiva ad esponente della criminalità organizzata e occupato abusivamente, fino ad oggi, dai suoi familiari. Si tratta di un appartamento con terrazzo e un box in via Atellana, confiscato post mortem circa dieci anni fa a Giuseppe Di Micco, capozona del clan Moccia, ucciso ad aprile 2003.
Il bene era occupato dalla famiglia del boss, che in anni di cattiva gestione da parte del comune era rimasto ad abitare tranquillamente nell’appartamento senza che nessuno intervenisse.
Lo sgombero è stato eseguito dal personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e del Comando di Polizia Locale con il supporto di personale dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e segue analogo intervento effettuato il 21 novembre scorso su altro bene confiscato.
La Commissione Straordinaria, nel ringraziare tutti gli altri attori coinvolti nelle attività di pianificazione ed esecuzione dello sgombero dell’immobile, esprime piena soddisfazione per aver sottratto alla criminalità organizzata un altro bene che sarà restituito in tempi brevi alla collettività e ribadisce che depauperare il crimine organizzato, privandolo dei beni mobili ed immobili prodotti con attività criminali, costituisce la migliore strategia anche per fargli perdere appeal verso le nuove generazioni.