Malaffare in comune. L’ex sindaco Falco non poteva non sapere nulla.

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Nelle 345 pagine che formano il fascicolo giudiziario penale che ha portato al fermo di ex amministratori, tecnici ed esponenti della camorra, un capitolo riguarda le escussioni dell’ex sindaco Vincenzo Falco e dell’assessore Tonia Antonelli.

Gli ex amministratori, Falco e Antonelli in data 6 luglio 2023 venivano convocati innanzi ai Pubblici Ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli per essere sentiti in qualità di persone informate sui fatti.

Al sindaco Falco, nel corso dell’interrogatorio, venivano formulate varie richieste di chiarimenti: la prima riguardava se l’ex consigliera Giovanna Palmiero gli avesse mai riferito che il marito avesse ricevuto minacce. L’ex sindaco negava la circostanza, altresì negando che la Palmiero gli avesse chiesto di accompagnarla dai carabinieri.

Infine, il sindaco, negava la circostanza di aver cacciato la Palmiero dalla stanza e di averle detto: ‘vai dove vuoi’. Sul punto gli inquirenti ritengono inverosimili le dichiarazioni rese dall’ex sindaco Falco, nonché reticente lo stesso.

Parte della Giunta nel febbraio 2023

Nel corso dell’interrogatorio gli inquirenti chiedevano all’ex capo dell’amministrazione quali fossero le modalità degli affidamenti diretti e delle gare d’appalto. Il sindaco sul punto chiariva che “gli affidamenti diretti dei lavori pubblici sono l’eccezione dettata da ragioni di emergenza ed è l’ufficio tecnico che individua le ditte a cui affidare direttamente i lavori in caso di somma urgenza”.

L’ex sindaco Falco precisava inoltre quanto segue: “avendo la delega per i lavori pubblici me ne occupo io, nel senso che sono costantemente informato, dall’ufficio tecnico, che mi porta a conoscenza di tutte le gare e degli affidamenti diretti e dei lavori in corso”, confermando difatti di essere informato sul nome delle ditte.

In merito alle dichiarazioni rese dall’ex sindaco, gli inquirenti scrivono che le circostanze riferite appaiono del tutto smentite dall’attività investigativa illustrata: non solo gli affidamenti diretti ‘per somma urgenza’ costituiscono di fatto la regola e non l’eccezione presso il Comune di Caivano, e non solo, non è emerso alcun avviso pubblico volto ad individuare ed aggiornare l’elenco delle ditte a cui affidare gli incarichi.

Inoltre, appare quanto mai anomalo, benchè il sindaco abbia affermato ‘sono costantemente informato, dall’ufficio tecnico, che mi portava a conoscenza di tutte le gare e degli affidamenti diretti e dei lavori in corso’, che egli non abbia mai rilevato alcune irregolarità in proposito, nè si sia mai interessato, nemmeno quando ha assunto la delega per la ‘manutenzione ai lavori pubblici’ di come gli stessi avvenivano.

La pubblictà elettorale della candidata Tonia Antonelli

Nella stessa giornata, il 6 luglio 2023, veniva anche sentita l’ex vicesindaco Tonia Antonelli a cui gli inquirenti domandarono come venivano affidati gli appalti per il comune di Caivano. L’ex vicesindaco Antonelli rispondeva: “non escluso che per lavori di minore entità si prescelgono procedure semplificate. Per la maggior parte gli affidamenti avvengono mediante gara pubblica. Non mi risultano affidamenti diretti, ma non posso escluderli”.

L’ex vicesindaco Tonia Antonelli ribadiva che non conosceva nello specifico la procedura al comune per gli affidamenti diretti, in caso di somma urgenza.

“So per certo che nel settore dei lavori pubblici non esiste una lista di ditte fiduciarie a cui attingere volta per volta per gli incarichi diretti”.

Gli inquirenti rivolgevano all’ex amministratore Tonia Antonelli un quesito molto chiaro: “lei ritiene che vi possano essere infiltrazioni della criminalità nell’amministrazione comunale?”.

Antonelli risponde: “non mi risultano tentativi di infiltrazioni della criminalità organizzata nel comune di Caivano. Non mi consta di avvicinamenti e/o pressioni della criminalità organizzata locale nei confronti del personale politico e amministrativo del comune”.

Per gli inquirenti risulta quindi smentito l’ex sindaco Falco, avendo l’Antonelli dichiarato: “So per certo che nel settore dei lavori pubblici non esiste una lista di ditte fiduciarie a cui attingere volta per volta per gli incarichi diretti”.

IL POST CONVOCAZIONE

Lasciati gli uffici della Procura l’ex sindaco Falco chiede all’Antonelli di non riferire di essere stati in Prefettura, altrimenti “sarebbe successo l’Ira di Dio”.

Questo è quanto si apprende dall’intercettazione ambientale dalla vettura del Sindaco.

La conversazione tra i due continua in questi termini: la Antonelli temeva che il consiglio comunale potesse sciogliersi nuovamente (come avvenne nel 2018, quando consigliere di maggioranza era il marito Angelo Marzano), il Falco invece dichiarava che l’unico motivo per cui potevano rischiare lo scioglimento era l’assenza di una solida maggioranza.

A conclusione di questo capitolo delle indagini gli inquirenti scrivono: “il quadro, desolante, sin qui delineato, evidenzia come il sindaco di Caivano, Falco Vincenzo, non potesse di certo ignorare il ruolo che la criminalità organizzata locale aveva instaurato con esponenti della sua amministrazione, il grado di ingerenza nella stessa amministrazione e quali pressioni stesse svolgendo in danno di imprese aggiudicatarie di pubblici appalti assegnati dall’ente locale da egli amministrato”.

Dichiarazione dell’ex sindaco su Repubblica Napoli 12 ottobre 23

Un esempio su tutti l’estorsione ai danni della società Appalti Generali, episodio ben conosciuto e che si è ben guardato dal denunciare, a differenza dei suoi continui esposti e denunci a danno della stampa locale.

Infatti, in data 31/03/2023, il Responsabile dell’Azienda sopracitata riferiva al Sindaco di essere stato vittima di una richiesta estorsiva.

La stessa Antonelli sapeva di questa richiesta estorsiva, riferitagli dal Funzionario Vincenzo Zampella.

In merito alla vicenda penale che ha profondamente scosso l’opinione pubblica di Caivano, l’ex sindaco Falco ha reso le seguenti dichiarazioni all’edizione regionale di Napoli de “La Repubblica”: “Emerge un quadro inquietante, E’ vero, non sono indagato. Ma mi assumo una sorta di responsabilità oggettiva per non essermi reso conto subito della situazione e per aver trascurato le questioni legate ai lavori pubblici e alla manutenzione”.

Quello che pubblichiamo sono stalci del resoconto riportato nel procedimento penale della Procura della Repubblica presso il tribunale di Napoli.

Non spetta a noi anticipare sentenze, tantomeno sostituirci al lavoro dei pubblici ministeri, nè alimentare gogne mediatiche.

Facciamo cronaca, dopo una settimana, facendo come sempre riferimento esclusivamente a quanto riportato negli atti giudiziari.

Quello che è certo e che dalle indagini svolte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli emerge uno spaccato della società di Caivano dove non si salva nessuno.

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