Era il 25 giugno 2021, quando sul nostro portale d’informazione, pubblicavamo un’editoriale dal titolo “In città si respira la stessa aria del pre-scioglimento per infiltrazioni camorristiche”.
Editoriale che il Sindaco definì come un “brutto articolo” e per il quale si recò a fare una denuncia/esposto dai Carabinieri.
Il contenuto poneva in evidenza una serie di aspetti che caratterizzavano la vita pubblica del Comune di Caivano dai contorni poco chiari.
Denunciavamo la presenza all’interno del Consiglio Comunale di alcuni consiglieri già oggetto del precedente scioglimento per infiltrazioni camorristiche.
Consiglieri Comunali eletti democraticamente abituati secondo gli inquirenti a frequentare personaggi della criminalità locale.
Un Consiglio Comunale non del tutto rinnovato, ma zavorrato dalla ingombrante presenza di soggetti le cui frequentazioni non avrebbero mai potuto giovare alla vita pubblica del nostro paese.
In quello stesso periodo al Municipio di Caivano e alla locale Compagnia dei Carabinieri arrivavano molti esposti che denunciavano vari aspetti che condizionavano la macchina amministrativa: privatizzazione di servizi essenziali, inadeguatezza dell’amministrazione rispetto alle esigenze del paese, soddisfacimento di ambizioni personali, affarismo, personalismo, trasformismo, mani sulla città, scelte equivoche ed inopportune, faide interne, lotta tra bande e golpe.
Un linguaggio che spaventava noi giornalisti locali tanto da spingerci a portare all’opinione pubblica l’esigenza immediata dell’insediamento di una Commissione di Accesso per verificare quanto stesse accadendo all’interno delle stanze del Municipio.
Subito dopo iniziarono le minacce a giornalisti, segretari di partito, qualche assessore e qualche consigliere comunale, nonché le intimidazioni ai consiglieri comunali che si recarono dal notaio per presentare le proprie dimissioni.
Ponevamo in evidenza la necessità di controllare ogni aspetto della vita pubblica caivanese per evitare un ulteriore ingerenza della criminalità all’interno della cosa pubblica.
Abbiamo subito minacce, intimidazioni, scherni e derisioni. Ci hanno etichettato come “giornalisti di merda”, ci hanno minacciato di obbligarci a trasferirci altrove, di picchiarci per strada e di chiuderci la bocca.
Avevamo ripetutamente chiesto alle Istituzioni di FARE PRESTO! Avevamo capito che qualcosa non stava andando per il verso giusto 10 mesi dopo l’insediamento dell’Amministrazione Falco.
Con grande rammarico dobbiamo constatare che purtroppo, ancora una volta, si è FATTO TARDI. Non si è stati capaci di stroncare immediatamente un sistema che stava nascendo, che abbiamo denunciato a più riprese, e che si è trasformato in un vero e proprio CLAN formato da POLITICI, IMPRENDITORI e CAMORRISTI.
Ci auguriamo che il grande lavoro svolto dai Carabinieri non si sfaldi nelle aule dei tribunali e ci auguriamo che i Magistrati dimostrino grande sensibilità verso la nostra città ponendo una volta e per sempre la parola FINE ad un sistema alimentato da certi personaggi che non vorremmo, ancora una volta, ritrovarci all’interno della macchina amministrativa comunale.
Inoltre chiediamo ai nostri lettori di pazientare ancora un po’.
Dalla settimana prossima inizieremo a raccontarvi con minuzia dei particolari cosa e chi ha condizionato negativamente la vita di Caivano e dei Caivanesi.