Finalmente una gioia, probabilmente solo per loro e per qualche post trionfalistico sui social che poco riscontro sta avendo, per l’ex amministrazione Falco. I partiti della coalizione di centro-sinistra, ultima a governare Caivano, festeggiano per aver eliminato il campo Faraone. In 30 mesi avari di soddisfazioni per una gestione amministrativa incolore e incapace di risolvere i problemi strutturali del paese, l’amministrazione centra uno dei pochi obiettivi programmatici conseguiti, tra le maledizioni via social delle associazioni sportive del territorio.
Nel 2024 (forse), sarà abbattuto quello che resta dell’impianto sportivo E. Faraone e dovrebbe sorgere un’estesa area a verde attrezzato.
Una scelta che ha profondamente diviso i caivanesi che auspicavano di rivedere i colori gialloverdi nuovamente giocare nel vecchio e glorioso stadio.
Con la sottoscrizione del contratto avvenuto in settimana entro la fine dell’anno inizieranno i lavori che dovrebbero concludersi nel 2024.
Nel frattempo l’unica speranza che resta agli sportivi caivanesi è quella di appigliarsi nell’intervento dello Stato, che come sta accadendo per l’ex Delphinia, potrebbe intervenire per idificare un nuovo stadio.
L’area individuata dall’ex amministrazione è l’ex Risan, una struttura abbandonata, oggetto di una precedente e imponente bonifica e al centro di una lunga vertenza amministrativa che ha opposto la proprietà dell’area all’ente comunale e che a novembre dovrebbe essere risolta definitivamente dalla magistratura amministrativa.
In attesa che vengono sciolti tutti questi nodi agli sportivi caivanesi non resta che seguire la loro squadra a Cardito. Uno schiaffo per i caivanesi di molte generazioni che avevano trovato nel campo Faraone e nella Caivanese un momento identitario per riconoscersi e ritrovarsi.