È in atto la fase risolutiva del processo, avviato tre anni fa, che ha riguardato la morte di Raffaele Arcella, giovane caivanese deceduto a seguito di un’operazione di chirurgia bariatrica, effettuata dal chirurgo Stefano Cristiano.
Tre anni fa, il legale della famiglia Arcella, Fernando Maria Pellino, ha presentato istanza presso il Tribunale di Nola per presunto caso di malasanità. Un lungo e faticoso dibattimento dove sono stati ascoltati svariati consulenti, e tre medici legali; allo Stato il tribunale ha incaricato un perito per verificare le eventuali omissioni di “imprudenza e imperizia ad opera degli imputati”.
Il chirurgo Cristiano è stato al centro di due casi di presunta malasanità, dopo due apposizioni di by-pass gastrici per il dimagrimento. L’ufficio inquirente (procuratore Pierpaolo Bruni e sostituti Valentina Santoro) ha chiesto il rinvio a giudizio per il professionista, che ha assunto dunque la qualità di imputato, e nei prossimi giorni il giudice fisserà l’udienza preliminare.
Il medico Cristiano dovrà rispondere di “lesioni colpose gravissime e falso”, commessi ai danni di Angela Iannotta, la 29enne di Santa Maria Capua Vetere madre di tre figli ridotta in fin di vita dopo due interventi effettuati dal professionista, e di omicidio colposo in relazione alla morte del 69enne Francesco Di Vilio, sammaritano anche lui, avvenuta dopo un intervento allo stomaco per un grave tumore che il medico effettuò ad inizio 2022. A far partire le indagini della Procura le denunce presentate da Raffaele e Gaetano Crisileo, avvocati delle vittime e dei loro familiari. Il processo è alle battute finali.