Il tumore alla prostata colpisce 36mila italiani ogni anno, ma, grazie ai miglioramenti delle terapie, in quasi tutti i casi l’esito degli interventi garantisce una lunga e buona sopravvivenza ai pazienti.
Allo stesso tempo, però, in base ai dati della Società Italiana di Uro Oncologia, il ritorno alla vita normale non è più lo stesso per oltre il 60% dei pazienti.
Tra le cause di questo problema vi sono l’incontinenza e la difficoltà di un ritorno alla vita sessuale ordinaria. Entrambi questi problemi, grazie al contributo dell’andrologia, sono affrontabili con tecniche farmacologiche, chirurgiche o protesiche.
Questi temi sono stati al centro dell’evento “Androsud 23”, tenutosi all’ospedale napoletano “Antonio Cardarelli”, organizzato dalla Unità di Andrologia, guidata da Maurizio Carrino e dall’Unità Complessa di Urologia, diretta da Paolo Fedelini.
L’incontro ha visto la partecipazione di urologi provenienti da diverse regioni italiane, che si sono ritrovati a discutere di tecniche e procedure mediche e chirurgiche utili a supportare gli uomini nelle problematiche erettili e in quelle di incontinenza.
“In pazienti di 40 o 50 anni – spiega Maurizio Carrino, responsabile della UOSD di Andrologia – l’incontinenza o la perdita della capacità sessuale possono essere un grave trauma che impatta sulla vita sociale e lavorativa degli uomini. Noi medici in questo specifico ambito possiamo fare tanto, studiando i casi specifici e individuando le soluzioni migliori. Occorre che la sanità pubblica si faccia carico delle problematiche dei pazienti che hanno superato un problema oncologico alla prostata, mettendoli in condizioni di tornare ad una vita piena e soddisfacente.”