Pizzo sui prodotti caseari, 19 condanne, assolto Pasquale Fucito

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Concluso il processo di appello con 19 condanne per il pizzo sui prodotti caseari. L’organizzazione di Caivano imponeva i prodotti caseari ad alcuni impreditori collusi per assicurargli il monopolio della distribuzione in zona. Al titolare di un caseificio di Crispano era stato intimato di non commercializzare mozzarelle e latticini a Caivano.

Gli imputati erano a vario titolo accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo e dalla finalità camorristica. Il clan, stando alla ricostruzione della Dda, era riuscito a monopolizzare il settore caseario caivanese.

Dei 20 indagati, uno è risultato assolto, la Corte d’appello di Napoli, infatti, accogliendo le argomentazioni dei difensori di Pasquale Fucito (nella foto), gli avvocati Claudio Davino e Rocco Maria Spina, ha infatti stabilito il non luogo a procedere nei confronti del ras noto con l’alias di “’O marziano”.
Queste nel dettaglio le condanne inflitte agli altri imputati, gran parte dei quali hanno comunque rimediato delle sostanziose riduzioni di pena:

Domenico Ciccarelli, 5 anni in continuazione con altra sentenza;
Francesco Cordua, 6 anni e 8 mesi;
Emanuele De Simone, 7 anni e 2 mesi;
Antonio Della Ratta, 10 anni e 4 mesi;
Luigi Ferraiuolo, 11 anni;
Cristofaro Iuorio, 6 anni e 8 mesi;
Pietro Iuorio, 6 anni e 8 mesi;
Alfredo Mauro, 6 anni e 8 mesi;
Diego Mirti, 6 anni e 8 mesi;
Gennaro Sautto, 6 anni e 8 mesi a fronte dei precedenti 14 anni;
Nicola Sautto, 7 anni in continuazione con altra sentenza;
Salvatore Sautto, 6 anni e 8 mesi;
Benedetto Sgambati, 7 anni e 8 mesi;
Emanuele Sorio, 6 anni e 8 mesi.

Per i pentiti c’è stato uno sconto di pena:
Antonio Cocci (3 anni), Ciro Lobascio (4 anni), Gennaro Masi (3 anni) Vincenzo Iuorio (3 anni).

L’inchiesta, al netto dell’assoluzione di Fucito, ha superato anche il giudizio di appello

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