Chi conosce il gioco degli scacchi, sa che l’uso del cavallo è riservato a chi vuole sparigliare un gioco che sta mettendo in difficoltà chi lo usa.
In genere per la possibilità di muoversi in tutte le direzioni, il cavallo è utilizzato per evitare di subire lo scacco al re e di insidiare le mosse dell’avversario. A ben riflettere è proprio ciò che sta caratterizzando l’ennesima crisi della maggioranza delle porte girevoli ed è la manifestazione del disagio del sindaco a dare risposte esaustive ai dissidenti interni sia sul piano delle idee che nella composizione del nuovo esecutivo.
E’ noto che il bilancio consuntivo è stato approvato solo grazie al voto dell’innominato terzo consigliere dissidente e del non richiesto voto del sindaco che ha voluto salvare se stesso e le cose fatte dalla sua maggioranza, con un comportamento non corretto sul piano dell’imparzialità della carica e avvantaggiandosi anche per la nuova legge sulle incompatibilità dei consiglieri che ha reso possibile la compresenza di parenti nello stesso consesso comunale. Inoltre il voto decisivo per le sorti della maggioranza sul bilancio era stato anticipato dall’azzeramento della giunta come richiesto dal terzo consigliere dissidente ancora sicuramente vivo, vegeto e in attesa di risposte che allo stato restano domande inevase.
Allora che significa la mossa del sindaco di ricomposizione parziale della giunta?
E’ forse l’atto estremo di un giocatore di poker che si gioca tutto?
O di un maldestro tentativo di costringere alla resa quanti non sono d’accordo con lui?
E’ forse questa la soluzione di una crisi che sembra senza fine ?
A ben riflettere la notizia della nomina solo di una parte degli assessori da parte del sindaco produce più dubbi che risposte.
Perché solo cinque su sette cariche? E’ un atto di forza o di debolezza?
A prima vista sembra un atto inutile e destinato a essere superato dagli eventi. In primis perché la compagine amministrativa è mutilata e se sottoposta a voto di fiducia, come sarebbe opportuno, destinata a certificare la fine dell’attuale maggioranza. Poi, cosa significa la distribuzione di deleghe abbastanza scontate e di poco peso ai suoi collaboratori fidati e la nomina di nuovi assessori pescandoli nel mondo dei non addetti ai lavori?
E’ la fine del manuale Cencelli che ha ispirato fino ad oggi le nomine della maggioranza delle porte girevoli? Tale fine della lottizzazione vale solo per le nuove nomine? E perché non per le altre tre che sono frutto di conferma non motivata? Mistero di Fatima o invenzione geniale per mortificare i dissidenti? Certo che la cosa non è semplice e soprattutto perché restano ancora vuote due caselle? Sono i posti offerti all’innominato e con quali incarichi di secondo piano?
Purtroppo per i prossimi assessori gli incarichi di peso sono stati già assegnati a persone che si spera siano veramente esperti nei settori in cui sono stati chiamati a operare. Certo che, per la definizione del PUC, collaborare con Pica Ciamarra, richiede capacità e competenze ed è un bene, se tale compito è stato affidato a persona esperta.
Però io credo che nella maggioranza uscita dalle urne nelle ultime elezioni c’erano già persone valide ed esperte che, se supportate in modo corretto e non emarginate come di fatto è avvenuto, avrebbero sicuramente fatto il bene del paese.
Allora come terminare questo intervento? Sicuramente prendendo atto che l’attuale crisi è solo un momento di una lotta di potere per l’accaparramento di cariche e poltrone e non per confronti su progetti e idee nell’interesse del bene comune.
Siamo sicuri che Caivano non è teatro di una lotta senza quartiere per il perseguimento di fini non confessabili e sicuramente dannosi per il paese?
Omnia munda mundis direbbe il saggio, ma i caivanesi dovrebbero riflettere e fare in modo che non finisse tutto a tarallucci e vino!
……..non finira’ tutto a ” tarallucci e vino ” ma a “stock e baccala’ “
Magari nel mercato comunale