Il 14 maggio di quest’anno, in gran parte dei paesi del mondo si celebra la Festa della Mamma, come espressione pubblica di amore e gratitudine per tutte le mamme.
Per i cittadini di Caivano tale festa, che cade la seconda domenica di maggio, coincide anche con la festa della patrona del nostro paese, la Madonna di Campiglione, oggetto di particolare devozione e venerazione da parte degli abitanti, soprattutto più anziani, che ricordano tale ricorrenza come uno degli eventi annuali più attesi e importanti.
L’ anno scorso, in tale occasione, descrivemmo, di tale festa, le antiche tradizioni, stimolo per rivivere le più suggestive emozioni: l’alzabandiera del lunedì in Albis, le coloratissime luminarie, gli attesissimi concerti bandistici, gli ‘strusci’ delle coppie in abiti eleganti, le gare ippiche, gli scoppiettanti fuochi d’artificio.
Riportammo, anche, dopo un certosino lavoro di ricerca di fonti, di testimonianze, storicamente accertante, della storia della chiesa di Campiglione, dell’affresco, del miracolo, della visita di devoti illustri come il Re di Napoli Ferdinando II e di Padre Elia Colucci, carmelitano, priore del convento, figura molto significativa per gli abitanti di Caivano.
Quest’anno vorrei soffermarmi sulla festa della mamma, risalendo alla sua origine, e dimostrare come la figura materna è stata fonte di ispirazione per poeti, scrittori, artisti, musicisti: saranno quindi presentati ai lettori significativi brani poetici, sculture, pitture, nonché personaggi del teatro e della storia del miracolo della Madonna di Campiglione, ispirati alla madre.
Tale lavoro sarà presentato in tre momenti distinti per non stancare il lettore con una lunga trattazione e per offrire tre occasioni di riflessione.
Oggi ci limiteremo a soffermarci sulla festa della mamma, che ha alle spalle una sua storia particolare.
Per completezza di informazione ci corre l’obbligo di spiegare l’etimologia della parola ‘mamma’. (La parola madre deriva direttamente dalla parola mater, che a sua volta deriva dal greco meter)
Alcuni studiosi della lingua italiana fanno derivare il termine mamma dal latino mamma (mammella); ma i più ritengono che tale termine sia semplicemente la ripetizione della sillaba ma-ma, una delle prime che il neonato comincia a balbettare e che l’origine della parola mamma derivi dal naturale sviluppo linguistico del bambino.
La festa della mamma si celebrava sempre a maggio, già in epoca pagana, al tempo dei Greci e dei Romani, dove era legata al culto della divinità femminile e della fertilità e segnava il passaggio dal gelido e bianco inverno alla colorata e sudata estate.
Cibele, divinità identificata con la ‘grande madre’, dal II millennio AC è oggetto di culto nel mondo antico ed è personificazione della natura e della fecondità.
Giunone, moglie di Giove, divinità romana e madre di tutti gli Dei spesso rappresentata nell’atto di allattare, faceva parte, insieme a Cibele, del nucleo della ‘grandi madri’.
Per andare all’epoca più recente, così come la conosciamo, la festa della mamma fu proposta, senza successo però, per la prima volta nella 1870 dalla poetessa statunitense Julia Ward Howe, femminista e pacifista.
Nel 1908, poi, sempre negli Stati Uniti, Anna Jans celebrò per la prima volta tale festa in onore di sua madre, un’attivista in favore della pace.
Fu il 28esimo presidente degli Usa, Wilson, a rendere ufficiale nel 1914 tale festa, come espressione pubblica di amore e gratitudine per le mamme e a stabilirne la data nella seconda domenica di maggio.
In Italia la festa della mamma nacque a metà degli anni 50 del 1900 in due diverse occasioni: una legata a motivi di promozione commerciale, (non si è molto lontani dalle attuali motivazioni di tale festa) l’altra a motivi religiosi.
Raoul Zaccari, senatore e sindaco di Bordighera fu uno dei promotori della legge istitutiva della festa della mamma, approvata nel 1956, in occasione della quale venivano venduti molti fiori. E’appena il caso di ricordare che Bordighera, città della riviera ligure, era, già all’epoca, molto famosa per la coltivazione dei fiori.
Dal punto di vista religioso la festa risale all’anno successivo, 1957. In tale anno, la seconda domenica di maggio, nel borgo di Tordibetto frazione di Assisi, tale festa fu celebrata da Otello Migliosi, un sacerdote della diocesi di Assisi, molto stimato e grande studioso.
Da allora a Tordibetto si celebra tale festa con importanti manifestazioni a carattere culturale e religioso; qui è anche localizzato un Parco della Mamma, sorto nel 1970, con al centro una statua bronzea raffigurante la maternità.
Mi piace terminare questo scritto rivolgendo a tutte le mamme di Caivano, d’Italia, del mondo affettuosi auguri per la loro festa.
Essere madre richiede enormi sacrifici, dedizione assoluta, talvolta grandi sofferenze, ma è anche fonte di notevole arricchimento.
Nel mio lavoro, sia di docente che di preside, ho sempre amato svisceratamente i miei ragazzi; ma, dopo che sono diventata mamma, li ho guardati con un trasporto diverso e con maggiore affetto: senza nulla togliere al rigore e alla severità, indispensabili per che svolge questa funzione, la maternità mi ha arricchito non solo dal punto vista umano ma anche professionale.
Buongiorno e buona festa della mamma a tutte.
Un augurio particolare va alla cara preside Falco, che è sempre stata la mamma di tutti noi docenti e di tutti i nostri alunni. Eravamo tutti avvolti sotto la sua ala di protezione e al contempo di autorevolezza.
È sempre riuscita a tirar fuori il nostro meglio con passione e dedizione costanti. Grazie poi al suo profondo spirito di cooperazione, ci sentivamo indispensabili ed uniti verso lo stesso scopo: raggiungere il bene comune.
Grazie Preside per esserci sempre stata e per esserci ancora, attraverso le sue perle di saggezza, che continuano ad arricchire il nostro bagaglio.