Da quest’estate con il rafforzamento dell’impegno militare sul territorio di Caivano, con la nascita della compagnia dei Carabinieri, gli arresti sono stati tanti e man mano che c’erano gli avvicendamenti criminali gli interventi mirati dei carabinieri erano immediati.
Questo man mano ha portato al ridimensionamento e in certi casi all’azzeramento di alcuni nuclei di malavita sul territorio, dedicati esclusivamente alla vendita di droga.
Ma la mancanza di pedine induce alla sostituzione immediata e ai nuovi equilibri sul territorio.
Per marcare il territorio, per far notare la propria presenza, anche numerica, nei nostri territori sono nate le cossidette ‘stese‘: tanti uomini a bordo di motocicli che ruomoreggiano e si fanno notare, spesso accompagnati da armi e spari.
Nelle ultime tre settimane se ne contano almeno quattro, almeno dai racconti di marciapiede, a Caivano. Le prime tra il centro storico e il corso Umberto I, lunedì, invece, nel tardo pomeriggio al corso Umberto I e a via Campiglione.
Almeno 20 individui in sella alle proprie moto con berretti o passamontagna che hanno rumoreggiato con pesanti accelerate facendosi notare e sempre tutti in gruppo.
Probabilmente nuovi gruppi, si parla anche di individui non di Caivano, per affermare il controllo sul territorio, allo scopo di spaventare eventuali rivali.
I raid rappresentano una vera e propria strategia della camorra per incutere paura e sottomissione. Per dire: qui comando io e questo è il mio territorio.
Ma mai come in questo periodo, questo territorio, quei territori, sono dello Stato che tanto stanno facendo per evidenziare uno stato di legalità.