Occorrono maggiori controlli all’esterno dell’area mercatale per la presenza di venditori ambulanti, è quanto richiesto dal Presidente regionale della Campania della Siva (Sindacato Italiano Venditori Ambulanti), Felice Califano, il quale, lo scorso 27 maggio, ha inviato al comando di Polizia Locale, al comandante e al Comune, un sollecito, ovvero un appello per dei controlli all’esterno del mercato.
Restando in attesa di assicurazioni, ma essendo trascorsi 57 giorni dalla richiesta di interventi e 30 giorni dalla nota di sollecito, senza alcun riscontro, chiede di fare dei controlli per l’illecito, così come previsto dall’art. 60 della succitata L.R. n. 7/2020, al cui comma 3 è previsto “Il commercio su aree pubbliche in forma itinerante è svolto, al di fuori delle aree di mercato ad una distanza non inferiore ai 500 metri, con mezzi mobili e con soste limitate, di norma, al tempo strettamente necessario a soddisfare le richieste da parte dell’utenza con divieto di posizionare la merce sul terreno o su banchi a terra ancorché muniti di ruote, nel rispetto dei regolamenti comunali e delle vigenti normative igienico-sanitarie”
Nonostante interventi occasionali, e sollecitazione da parte degli agenti, gli occupanti abusivi smontano per il tempo necessario all’allontanamento degli stessi e poi rimontano qualche metro più avanti, acuendo ulteriormente la crisi di un settore che già ha subito nel corso degli ultimi cinque anni, in Italia, la cessazione di circa 20.000 piccole attività ambulanti anche a causa della pandemia i cui postumi sono ancora in atto.
Considerato che la categoria “è sul lastrico” e che gran parte degli operatori su aree pubbliche è sulla soglia del fallimento, sperimentato, inoltre, che la ripresa è lenta ed incerta, per
cui si prevedono tempi molto lunghi per il recupero della clientela in quanto la stessa è per la maggior parte composta da anziani e monoreddito, purtroppo non se ne può più per cui si chiede
alla S.V. di organizzare appositi servizi per scongiurare questo fenomeno di abusivismo ai danni di chi in regole con le norme e con le tasse viene enormemente penalizzato da questo “bonismo”.
Ricordiamo, inoltre che, secondo l’articolo 53 comma 8, ci sono alcuni doveri che comportano per il Comune l’obbligo di disporre, previa contestazione, l’immediata cessazione dell’attività, nonché l’applicazione della sanzione pecuniaria da euro 2.500,00 a euro 15.000,00, oltre alla confisca delle attrezzature e della merce.