Alti rischi riproduttivi per le giovani donne di Terra dei Fuochi

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Al congresso della Società Europea della Riproduzione Umana ed Embriologia, l’evento più importante al mondo sulla riproduzione a Milano, dal 3 al 6 luglio (ESHRE 2022), il gruppo di ricerca del Progetto EcoFoodFertility, coordinato dal dottor Luigi Montano, Uro-Andrologo dell’ASL di Salerno, Presidente  Società Italiana della Riproduzione Umana, ha presentato i risultati di due ricerche, prime al mondo su tale confronto, condotto su donne avviate a cicli di fecondazione assistita provenienti da due aree della Campania, area nord di Napoli (Terra dei fuochi) e area dell’alto medio Sele e Cilento.

 

Le ricerche presentate dallo stesso Montano e dalla dottoressa Maria Cira Gentile, quest’ultima biologa della riproduzione del Centro di Ricerche Gentile – Gragnano che con il dottor Raimonodo Salvatore, andrologo e responsabile scientifico del centro ha coordinato i vari Centri di PMA nelle due aree campane per reperire il materiale biologico necessario per poter realizzare i due lavori, coinvolgendo le seguenti strutture: Clinica Hera-PMA – Giugliano in Campania, Centro Chemis Iaccarino – Napoli,  Centro Fecondazione Assistita “Villa Bianca” – Napoli,  Centro PMA – ASL Napoli 2 Nord – Napoli,  Medical Center “Gunè” – Acerra, Mediterraneo PMA – Salerno, Centro Embryos – Battipaglia. Hanno partecipato nella valutazione analitica le professoresse Angela Amoresano, Maria Luisa Chiusano e Marina Piscopo dell’Universita Federico II di Napoli. 

 

Nel primo lavoro per la ricerca dei Bisfenolo A, uno dei più potenti interferenti endocrini con sempre più riconosciuti danni alla salute umana e riproduttiva, sostanze presenti nelle plastiche di uso comune dalle bottiglie alle pellicole, ai cosmetici alle gomme, che oltre a passare nel corpo per via alimentare e cutanea, si rivengono in grande quantità anche in atmosfera per combustione delle stesse plastiche come quella illecita di rifiuti. Questo studio pilota condotto su 71 donne con età media simile (32 anni) e stesse abitudini di vita e alimentari, la concentrazione del Bisfenolo A era significativamente molto più alta nel sangue e nei fluidi follicolari delle 43 donne residenti in “Terra dei Fuochi” rispetto alle 31 dell’area di controllo del salernitano e quindi compatibili alle condizioni critiche ambientali dell’area dove ancora è diffusa la pratica degli incendi di rifiuti tossici ed urbani.

 

L’ altro studio sempre condotto su altre donne nelle due aree (35 terra dei fuochi e 30 area salernitana), invece ha rilevato tassi significativamente più alti di diverse classi di Policlorobifenili (PCBs), sostanze chimiche molto utilizzate fino alla fine degli anni 70 in particolare per batterie ed altri materiali simili, considerate già dal rapporto del 2013 dall’agenzia Internazionale di ricerca sul cancro (IARC) come cancerogene per gli esseri umani (gruppo di classe  I). In tale studio, peraltro, è stata osservato come il tasso di abortività era di ben 3 volte superiore nelle donne residenti in Terra dei Fuochi rispetto a quelle dell’area dell’Alto-Medio- Sele e Cilento.

“In sostanza – dichiarano gli autori- se il progetto EcoFoodFertility partito dal confronto di maschi giovani sani omogenei per età e stili di vita da aree a diversa pressione ambientale della Campanio ed ora esteso in diverse parti ad alto rischio ambientale non solo d’Italia sta sempre più chiarendo come il seme umano sia un indicatore ideale per valutare i primi segni di danno ambientale alla salute umana a partire da quella riproduttiva maschile (seme “Sentinella” della Salute Ambientale e Generale), queste nostre scoperte anche su queste giovani donne aprono il filone del progetto al versante femminile (EcoFoodFertility for Women)”. Si conferma – concludono- quanto l’esposizione di tipo “residenziale” sia importante nella valutazione della fertilità, quanto sia importante indagare in particolare gli indicatori di salute riproduttiva maschile e femminile in relazione ai rischi non solo riproduttivi ma anche futuri per patologie cronico-degenerative”.

 

 

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