Avv. Luigi Esposito: “Più di 150 abbattimenti edilizi programmati a Caivano”. Il comune deve fare qualcosa

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Continuano ad arrivare, come un macigno sulle spalle dei nostri concittadini, avvisi di imminenti demolizioni edilizie (c.d. R.E.S.A.) relative a sentenze passate in giudicato anni e anni fa. Un problema sociale non indifferente che ci apprestiamo ad affrontare sul nostro territorio. Oltre 150 demolizioni sono in programma a Caivano nei prossimi mesi. L’amministrazione comunale deve prendersi cura delle sorti di queste persone e non può voltarsi dall’altra parte!

 

Sebbene dal punto di vista giudiziario è solo compito della Magistratura gestire fasi di esecuzione processuale così delicate, tocca invece alla politica amministrare la portata sociale di tali questioni. E’ inimmaginabile lasciare abbandonate al proprio destino le famiglie di Caivano: centinaia di persone che si ritroverebbero improvvisamente senza un tetto. Serve – a mio avviso – una mappatura di tutti i casi specifici più imminenti in modo da riuscire a comprendere se per ognuno esiste un rimedio amministrativo da poter adottare; va messa in atto un’interlocuzione seria con ogni parte interessata.

 

Varie sono le alternative rispetto alle facoltà di cui è dotato il consiglio comunale a riguardo. Potrebbe ad esempio – qualora vi siano i presupposti favorevoli di tipo sismico e ambientale – deliberare l’interesse pubblico del bene già acquisito al patrimonio demaniale e trasformare gli immobili in uffici comunali o altri servizi. Tale facoltà è espressa dall’articolo 31 comma 5 del DPR 380/2001. In questo modo si eviterebbe almeno la demolizione e il conseguente esborso economico per le casse dell’ente: ricordo ai lettori che ogni abbattimento con relativo sgombero del materiale di risulta, ha un costo medio di 100.000 EURO che moltiplicato per le 150 demolizioni programmate , graverebbe il comune di un debito di 15 milioni di euro con Cassa Depositi e Prestiti!! Le finanze comunali andrebbero in ginocchio e i nostri concittadini per strada: bisogna prendere coscienza del problema.

 

Un’altra soluzione, ancora migliore a parere dello scrivente, sarebbe quella di sfruttare l’articolo 12 della legge regionale n. 19/2009 (il cosiddetto “Piano Casa”), quest’ultima consente la possibilità di trasformare gli immobili abusivi già acquisiti in Edilizia Residenziale Sovvenzionata e quindi di non perdere la destinazione d’uso abitativo. L’opzione è stata già proposta con una deliberazione generica del consiglio comunale nell’anno 2011, ipotesi mai più attuata per via degli anni di commissariamento.

Senza entrare troppo nel merito delle questioni tecniche e giuridiche, qualsiasi sia la strada migliore da percorrere, serve però una preliminare presa di coscienza rispetto le conseguenze sociali devastanti che potrebbero scaturire da 150 famiglie che vedrebbero improvvisamente la propria abitazione al suolo. In ultima istanza, qualora nessuna ipotesi sopra elencata dovesse essere ritenuta idonea dagli organi competenti, occorre almeno già pensare ad una sistemazione alternativa per i residenti interessati.

 

 L’amministrazione comunale non può far finta di niente gettando la polvere sotto al tappeto; ricordo che è compito della politica studiare le possibili soluzioni idonee al raggiungimento del benessere collettivo. Tutti i cittadini, me compreso, si aspettano dai decisori pubblici comunali un grande lavoro di interessamento su questo spinoso argomento. Un vero e proprio uragano che sta per abbattersi su tanti cittadini caivanesi che merita tutela e dedizione da parte dei rappresentanti del popolo.

1 COMMENT

  1. Iniziassero a pagare tutti i servizi di cui usufruiscono illegalmente….. spesso sono ville o stabili enormi, divisi in appartamenti che fittano illegalmente. Di che parliamo?

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