ARTICOLO A CURA DELL’AVVOCATO LUIGI ESPOSITO
Domenica 12 Giugno 51,5 milioni di elettori saranno chiamati alle urne per un referendum abrogativo che può rivoluzionare la struttura della magistratura italiana ed il funzionamento della sistema giudiziario. Il referendum popolare è uno straordinario strumento di democrazia diretta che i nostri padri costituenti hanno perfettamente disciplinato all’articolo 75 della Carta Costituzionale.
Eppure – nonostante la portata delle decisioni da prendere – scarsa è stata la comunicazione sui quesiti, sia a livello nazionale che comunale.
La politica locale, a parer mio, deve fungere da collante tra i cittadini e le istituzioni, anche sulle tematiche di interesse generale come questa. A Caivano nessun dibattito informativo è stato organizzato e soprattutto nessuna posizione ufficiale è stata presa, né da parte dei singoli esponenti politici né dai partiti, motivo per cui sento l’esigenza di offrire uno spazio informativo ai miei concittadini con un mio personale punto di vista sulla consultazione referendaria.
Votare SI a tutti i quesiti e di conseguenza modificare lo status quo potrebbe rappresentare una svolta per un sistema giudiziario che da anni fa acqua da tutte le parti, ed è bene che nessuno si senta estraneo alla questione: ognuno di noi un giorno può entrare a stretto contatto con la giustizia e subire gli effetti del suo malfunzionamento, ma procediamo con ordine.
PRIMO QUESITO (scheda rossa) : abrogazione della legge Severino
Questa norma prevede per gli amministratori pubblici la sospensione della carica per 18 mesi in caso di condanne di primo grado non definitive o la decadenza in caso di condanna definitiva. Esiste il problema reale delle sospensioni di amministratori locali e regionali per sentenze non definitive spesso smentite nei gradi successivi. E’ la nostra stessa Costituzione, quella che tanta parte della politica definisce “la più bella del mondo” ad essere garantista, nel senso che ciascun imputato viene considerato innocente fino a prova contraria, e cioè colpevole solo in presenza di una condanna definitiva. Per quanto sopra esposto, appare impensabile applicare metodi punitivi, quale è la sospensione da una carica pubblica, ad una persona che con tanti sacrifici esercita una mandato a servizio del cittadino, votando SI l’automatismo verrò eliminato e dovranno essere i giudici a stabilire l’interdizione dai pubblici uffici tramite pena accessoria.
SECONDO QUESITO (scheda arancione) : Limitazione della custodia cautelare
Il quesito, in pratica, chiede se si è d’accordo o meno – quando non si tratti di reati gravi – all’eliminazione della norma sulla “reiterazione dello stesso reato” dall’insieme delle motivazioni per cui i giudici, durante le indagini e quindi prima del processo, possono decidere la custodia cautelare in carcere o i domiciliari per una persona. Se vince il SI, in alcuni casi e per reati considerati meno gravi, il pericolo della reiterazione del reato viene eliminato dai motivi per cui può essere richiesta una misura cautelare. Dal 1992 al 31 dicembre 2021, si sono registrati 30.017 casi di ingiusta detenzione: vuol dire che, in media, abbiamo avuto più di 1000 innocenti in custodia cautelare ogni anno. Troppi per un Paese civile come il nostro, troppe persone finite sui giornali per nulla, troppe famiglie distrutte moralmente e con addosso un pregiudizio che non riusciranno mai a scrollarsi, è il momento di cambiare rotta votando SI.
TERZO QUESITO (scheda gialla): Separazione delle carriere dei magistrati
La terza domanda referendaria è sulla separazione delle funzioni dei magistrati. Chiede l’abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati.
Nella pratica, se vince il SI, verrà introdotta nel sistema giudiziario italiano la separazione delle carriere: i magistrati dovranno scegliere dall’inizio se assumere il ruolo di giudice nel processo (funzione giudicante) o quello di pubblico ministero (funzione requirente, colui che coordina le indagini e sostiene la parte accusatoria) per poi mantenere quella funzione durante tutta la vita professionale. Oggi si può passare più volte dal ruolo di giudice a quello di PM e viceversa. Appare francamente assurdo e poco parziale il fatto che un togato può trovarsi a dover prendere una decisione in cui una parte del processo potrebbe essere stato in precedenza un suo collega di lavoro. Serve trasparenza e imparzialità, potremmo ottenerla votando SI.
QUARTO QUESITO (scheda grigia): Valutazione dei magistrati
Il quesito chiede se si è d’accordo o meno a permettere di partecipare alla valutazione sui magistrati – oltre che alle toghe – anche ad altre figure di esperti nella materia giuridica. Al momento in Italia, solo i magistrati possono votare nelle valutazioni professionali dei loro colleghi. Votando SI , la componente laica non deve sarà esclusa dal giudizio sulla professionalità dei magistrati , riducendo finalmente il tasso di autoreferenzialità nelle valutazioni.
QUINTO QUESITO (scheda verde): Candidatura al Consiglio superiore della magistratura
Il quinto quesito ha l’intento di abolire l’obbligo di raccolta firme per i magistrati intenzionati a candidarsi al Consiglio superiore della magistratura. Se vince il SI , sarà possibile presentare la propria candidatura senza l’obbligo di trovare almeno 25 firme. Si tornerebbe, quindi, alla legge originale del 1958: prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del Csm presentando semplicemente la propria candidatura. Votare SI significherebbe riuscire a indebolire le correnti interne alla magistratura, lasciando ai magistrati maggiore libertà di candidarsi.
Oltre alle motivazioni già elencate in merito alle opportunità che potremmo cogliere scegliendo la strada del SI per tutti i quesiti, sento di dover richiamare tutti ad un senso di responsabilità tale da farsi carico di una tematica che incide ogni giorno sulla vita di tutti noi , responsabilità che potemmo esercitare solo recandoci alle urne per esercitare il diritto sacrosanto di partecipazione alle scelte democratiche della nostra bella Italia.
Domenica tutti alle urne!