Domani 17 maggio 2022 l’appartamento al primo piano dello stabile sito al corso Umberto I n. 11 verrà abbattuto, salvo decisioni dell’ultima ora, come disposto dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli.
Anni di incartamenti, spiegazioni, giustificazioni e permessi del Comune di Caivano non sono bastati, per ora, a salvare l’appartamento di proprietà del sign. D’Ambra che è sito sopra l’attività commerciale Iazzetta che, dovrà per diversi giorni, restare chiusa visto l’abbattimento dell’appartamento. I proprietari nonostante in possesso di tutta la documentazione fornita dal comune, nonostante la proprietà risulta nella zona ‘B’, quindi edificabile, nonostante occupata dalla loro stessa famiglia domani vedranno crollare il proprio appartamento, che secondo legge potrebbero ricostruire successivamente anche con un piano ulteriore. Dopo anni di lotte attendono solo un miracolo, prima di intavolare una causa legale contro tutti per i danni, non solo materiali, accusati negli ultimi anni.
La storia
La Corte di Appello di Napoli il 6 dicembre 2002 dopo la sentenza emessa il 6 dicembre 2002 irrevocabile dal 6 marzo 2003, in riforma alla sentenza emessa il 5 aprile 2001 disponeva la demolizione delle opere abusive realizzate nel 1998 nello stabile al Corso Umberto I n.11.
La prima data stabilita per la demolizione era stata il 29 gennaio 2019, ma tutto venne bloccato dopo la presentazione del documento di sanatoria presentato dai proprietari che avevano ottemperato a tutte le richieste del comune di Caivano.
Tutto allo studio della Corte d’Appello di Napoli che rigetta la richiesta della famiglia D’Ambra perché all’atto dell’abuso non vi erano le firme di tutti i proprietari. (documento comunque presentato al comune)
Quindi si è scatenato un accanimento contro questa vicenda, sviluppando una questione civilistica rispetto a quella urbanistica.
La difesa della famiglia D’Ambra
La famiglia proprietaria dell’immobile, ha nel 2019 ottenuto il permesso di costruire in sanatoria (n.470/18 del 26/04/19). Il Comune di Caivano con il responsabile dell’epoca, l’architetto Raffaele Celiento vista la relazione tecnica istruttoria del 16 gennaio 2019 (prot. N.994/2019), favorevole al rilascio del titolo, vista la documentazione integrativa prodotta in data 18 febbraio 2019 e giunta al comune con nota del 22 gennaio 2019 (prot. N.1446) concedeva il premesso di costruire in sanatoria con un pagamento di 4.181,70 € in favore del Comune di Caivano per giusta ricevuta agi atti della pratica, oltre a 100 € per il diritto di istruttoria.
In allegato venne presentata la perizia giurata datata 24 gennaio 2019 a firma del perito edile, Martino Pezzella sulla doppia conformità dell’intervento, il certificato di collaudo statico del 31 luglio 2000 a firma dell’ingegnere Salvatore Cervone e l’atto di cessione di diritti edificatori e volumetria atto di asservimento del notaio Michele Ronza.
Secondo il permesso accordato dal comune nella data della presentazione dell’istanza di sanatoria il fabbricato ricade in zona omogenea ‘B’ come da piano Urbanistico del 1999.
L’accusa e le conclusioni
La famiglia D’Ambra che ha lottato fino all’ultimo per rivendicare i propri diritti è stata difesa dall’avvocato Giuseppe Tuccillo che nelle sedi opportune ha mostrato le documentazioni necessarie e le note tecniche di parte alla relazione integrativa di consulenza tecnica. Inoltre sulla vicenda del trasferimento e cessazione della cubatura ha specificato che il rilievo non può essere valido in una attività avvenuta 13 anni prima dell’entrata in vigore della norma.
Sembra quindi esserci un accanimento su una vicenda che poteva avere un lieto fine, visto che, si parla di una zona ‘B’, e visto che con l’articolo 39 del Piano regolatore Generale, allo stesso edificio c’è la possibilità di creare due piani.
Non si comprende come sul territorio di Caivano esistono fabbricati e strutture, poi abbandonate, abusive, alcune quasi sulla sede stradale, che non hanno nessuna documentazione che restano al proprio posto, mentre in questo caso, per un vero e proprio cavillo burocratico si sta per abbattere una abitazione occupata.
Dovrà pagarne le spese anche il negozio alimentare Iazzetta, lato strada dello stabile, che sempre per scelta del tribunale dovrà restare chiuso per 40 giorni per favorire i lavori di demolizione dell’appartamento. L’attività aveva chiesto la sospensiva, ma il Tar l’ha bocciata. Quindi martedì anche l’attività dovrà chiudere o spostarsi per oltre un mese.